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MEREDITH: IL DELITTO DI PERUGIA


La mattina del 7 novembre 2007 una signora contatta la polizia per segnalare la presenza di due telefoni all’interno del suo giardino. Quando la polizia giunge sul posto,  scopre che i due telefoni risultano intestati a Meredith Kercher. Di conseguenza, la polizia si presenta alla casa che Meredith condivideva con altre tre ragazze a via della Pergola numero 7. Dove trova Amanda Knox e Raffaele Sollecito (una delle coinquiline di Meredith e il suo fidanzato) davanti alla casa, che affermano di stare aspettando la polizia dopo aver segnalato un furto in casa. 

Quando la polizia entra in casa, trova la porta della camera di Meredith chiusa; la ragazza non risponde di conseguenza sono costretti a sfondare la porta. Ma appena entrano trovano di fronte ai loro occhi uno spettacolo agghiacciante: la camera è messa a soqquadro ed è letteralmente immersa un lago di sangue. Ma la cosa che colpisce di più tra tutto è un piumone color sabbia da cui spunta un piede, il piede di Meredith Kercher. Quando la scientifica giunge sul posto, viene fatto un primo sopralluogo in cui vengono repertati la felpa e il reggiseno della vittima imbevuti di sangue. Perquisendo il resto della casa gli inquirenti trovano delle impronte di piedi insanguinati (compatibili con il piede destro di Raffaele



Sollecito e il piede destro di Amanda Knox) ed un evidente tentativo di sviare le indagini verso una rapina finita male.

Per quanto riguarda l’esame autoptico, sul corpo della vittima vengono individuate ben 47 ferite da arma bianca, ma come causa della morte viene individuata un’emorragia carotidea con successivo soffocamento. Riguardo l’ora del decesso ci sono diversi interrogativi e vengono individuate molte fasce orarie: inizialmente viene collocata tra le 21:00 e le 00:00, poi tra le 21:30 e le 22.30, ed ancora tra le 22:30 e le 23:30.

Vengono anche individuati anche segni di violenza sessuale, che sarà poi identificata come il movente dell’omicidio.

LE INDAGINI

Amanda, durante il primo interrogatorio, afferma di aver passato la notte a casa di Raffaele Sollecito e di non essersene mai andata da lì. Durante il suo interrogatorio fa anche il nome di Patrick Lumumba (suo datore di lavoro), il quale poi verrà dichiarato innocente perché estraneo ai fatti.

La Knox viene poi arrestata insieme a Sollecito perché in casa del ragazzo trovano un coltello con il DNA di Amanda sul manico e quello di Meredith sulla lama. Ma in seguito viene dimostrato che il suddetto coltello non può più essere considerato una prova accettabile, poiché non viene trovato un riscontro tra le ferite sul corpo della vittima e lama del coltello trovato.

In seguito, viene anche ritrovato il gancio del reggiseno di Meredith, reciso dallo stesso, con sopra il DNA di Raffaele Sollecito, ma non viene ritenuta una prova a causa del tardo ritrovamento e dell’altissima possibilità di contaminazione.

A distanza di 15 giorni dal delitto viene individuato il DNA di Rudy Guede sulla scena del crimine, attestando l’indiscutibilità della sua presenza. Durante il processo cambia molto spesso versione dei fatti, ma in ognuna di esse compaiono sia Amanda sia Raffaele, i quali vengono condannati rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere, per poi ricorrere in appello ed essere definitivamente scarcerati nel 2015. Mentre Rudy viene condannato a 16 anni di carcere per concorso in omicidio e violenza sessuale ed è tutt’oggi considerato uno dei colpevoli dell’omicidio.

VIOLA MENCHETTI 2A

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