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ADDIO BEIJING


Sono passate poche settimane dalla chiusura delle fredde Olimpiadi a Beijing, ma gli eventi accaduti durante le competizioni sono ancora molto caldi: primi posti inaspettati, scandali, mancate tragedie, ma anche scene divertenti che ci hanno fatto sorridere.


Prima di cominciare, però, è d’obbligo portare alla luce un fatto che ha lasciato perplessi molti fan e atleti di sci acrobatico: la pista dedicata a questa disciplina infatti, è stata costruita non poco lontano da un sito industriale, e gli atleti hanno dovuto sciare con le ciminiere a fare da paesaggio. L'impianto, eretto nei pressi di un'ex acciaieria, fu chiuso nel 2008 per l’inquinamento atmosferico di cui era responsabile. E tuttavia questa triste immagine descrive in un certo senso lo spirito di queste olimpiadi, le prime in cui sia stata usata neve artificiale.


Dopo questa parentesi, concentriamoci sulla situazione italiana.


L'Italia non può certo lamentarsi in fatto di vittorie: gli azzurri si piazzano infatti al tredicesimo posto nel medagliere, con ben 17 podi (2 ori, 7 argenti e 8 bronzi).

“Al traguardo ho urlato e di solito non lo faccio, ma è stata un momento di sfogo per tutto quello che abbiamo dovuto passare in questi anni”.

“Volevo tornare in Italia con l'oro!"

“Sapevo di dover dare tutto quello che avevo e sono felice di averlo fatto!”

Tra queste dichiarazioni post-gara troviamo anche quelle di atleti meravigliosi come Arianna Fontana, Stefania Constantini e Amos Mosaner, che, grazie ai loro sforzi, sono riusciti ad aggiudicarsi importanti medaglie d'oro.


Ma, ovviamente, il possesso di un disco luccicante non è la sola cosa che rende un atleta davvero “meraviglioso". Ne è un esempio il nostro Daniel Grassl, pattinatore di figura che è riuscito a piazzarsi al settimo posto nelle gare maschili. Forse non sembra un gran risultato, ma poter arrivare a un traguardo del genere a soli 19 anni è davvero un'impresa degna di nota: con quel settimo posto, infatti, Daniel ha realizzato l'ennesimo record italiano ed è diventato il secondo migliore pattinatore azzurro (il primo è ovviamente il noto Carlo Frassi, arrivato sesto nell'edizione di Oslo del 1952).


Sfortunatamente, la competizione in questo sport è davvero alle stelle tanto che il mancato primo posto è stato visto come una vera e propria sconfitta da atlete come Alexandra Trusova e Kamila Valieva. Il fatto che Alexandra sia riuscita a compiere alla perfezione una serie di cinque salti quadrupli non è bastato per vincere l'oro, e l’atleta si è dovuta accontentare di un argento. Durante la premiazione è scoppiata in una crisi di pianto e per questo è stata aspramente criticata, ma bisogna anche ricordare che questi campioni sono vittime di una fortissima pressione da parte del loro paese, dei loro allenatori e della società per cui gareggiano, e bisogna tenere bene a mente che, quando si compete davanti a milioni di persone che ti riprendono e seguono ogni tuo minimo movimento, è più che normale sentirsi sopraffatti, tanto più se si hanno solo 17 anni..


E a proposito di pressione, bisogna proprio citare il caso di Kamila Valieva: pattinatrice formidabile a soli 15 anni, è riuscita a compiere un programma corto davvero eccezionale (nel pattinaggio esistono due tipi di gare dove si viene giudicati: il programma corto e quello lungo). Dopo essere stata al centro dell'attenzione, tutti si aspettavano da lei che diventasse la nuova campionessa, ma è sopraggiunto lo scandalo del doping: ha potuto gareggiare solo dopo un pronunciamento del tribunale arbitrale dello sport (TAS). Anche qui bisogna sottolineare che il “doping" non consiste solamente nella semplice droga che si prende per aumentare le prestazioni, ma spesso si può risultare positivi a un test antidoping anche assumendo dei semplicissimi farmaci antinfiammatori. Ormai lo scandalo era già partito: la povera Valieva è stata tacciata da molti giornali di essere una pattinatrice senza scrupoli pronta a tutto pur di vincere. Ed è con questo fardello che Kamila è tornata in pista per completare il programma lungo: tanti errori e almeno tre cadute clamorose hanno concluso la sua olimpiade...


Ma oltre che a tragedie, in queste olimpiadi abbiamo assistito anche ad atti di eroismo. Anastasia Mishina e Alexander Gallyamov sono degli atleti incredibili che praticano pattinaggio di coppia. Anche se non sembra, questa disciplina può essere molto pericolosa, soprattutto per la donna, la quale viene spesso lanciata in aria dal suo partner per poi essere ripresa al volo, o ancora, viene fatta roteare mentre l'uomo la tiene sollevata con una sola mano. Mentre Mishina e Alexander stavano eseguendo il loro programma, Alexander, come da routine, ha sollevato Mishina tenendola sotto sopra ed eseguendo una figura abbastanza comune in termini di pattinaggio di coppia. Ma quando è stato il momento di rimetterla a terra, qualcosa non è andato per il verso giusto ed entrambi sono caduti. Magari la scena descritta in questo modo non rende l'idea, e in effetti bisognerebbe guardare il video della loro perfomance per capire la situazione, fatto sta che nel momento della caduta Mishina era letteralmente capovolta e avrebbe potuto sbattere la testa sul ghiaccio procurandosi una lesione fatale, se non fosse stato per Alexander che l'ha salvata prendendosi tutta la forza del colpo su di sé. Per fortuna il ragazzo in questione è forte e dopo la caduta entrambi si sono rialzati. Nonostante questo incidente, sono riusciti ad aggiudicarsi l'oro. La causa di questo errore “da principianti" (anche se principianti non sono affatto) va ricercata, secondo Mishina, nella mancanza di riposo prima della gara.


Ovviamente quando si parla di olimpiadi invernali non si può non citare il famoso Yuzuru Hanyu, e, in queste in particolare, sembrava proprio che gli occhi del mondo fossero puntati su di lui. Il due volte campione olimpico è molto famoso, soprattutto tra i giovani, e il suo arrivo a Beijing era molto atteso. Nonostante egli abbia tentato di conquistarsi la terza medaglia d'oro di fila nel pattinaggio maschile, questa volta il primo posto è andato a Nathan Chen. Ma chi segue Yuzuru è consapevole del fatto che il suo obiettivo fosse un altro: essere il primo pattinatore a eseguire un quadruplo axel sul ghiaccio. Nessuno ci aveva mai nemmeno provato, e il sogno di Yuzuru era rendere quel salto impossibile, possibile, e ci è andato molto vicino. Sfortunatamente, quando gli mancava poco per completare tutte le rotazioni, è caduto e ha riportato un grave infortunio che gli impedirà di andare ai prossimi Mondiali. Dopo aver pianto davanti alle telecamere, la sua espressione si è trasformata in stupore quando ha scoperto che i giudici gli avevano comunque contato il salto. L'esibizione di questo ragazzo, nonostante tutto, è stata eccezionale e anche se non riporterà in Giappone una terza medaglia, il suo talento ci ha dimostrato che quando si è una leggenda si va oltre le semplici medaglie. E lo hanno capito tutti, tanto che i giornali sportivi, più che celebrare la vittoria di Nathan (seppure non si metta in dubbio la sua bravura) si sono concentrati quasi esclusivamente su Yuzuru.


Questa meravigliosa e senza dubbio insolita avventura del pattinaggio si è conclusa al galà dove i pattinatori vengono invitati a esibirsi e a sfilare insieme agli altri, senza che ci siano punteggi o medaglie per nessuno. Qui ritroviamo tutti i nostri atleti che ridono e si divertono insieme, fanno foto e giocano con la mascotte. Molti aspirano a farsi un selfie con Yuzuru, come la nostra Alexandra (i due sembrano andare molto d’accordo). È in questa atmosfera che si ritrova il vero spirito del pattinaggio: senza pressioni, senza tensioni e senza competitività, esibirsi insieme sotto i riflettori di uno sport fatto di bellezza ed eleganza ma allo stesso tempo di passione e sensibilità.


Certamente queste olimpiadi invernali non si dimenticheranno facilmente e speriamo che siano altrettanto indimenticabili quelle del 2026 che ospiteremo proprio qui in Italia!


Elisa Simonucci 3H




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