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CHI DICE DONNA DICE (ANCHE) SCIENZA

Perché celebrare le donne in campo scientifico oggi e sempre è così importante


Il tema del ruolo delle donne nella scienza è da sempre uno dei più cari al nostro giornale, specialmente a partire dall’introduzione della rubrica fissa “Donne nella scienza” quasi un anno e mezzo fa, che ha dato a noi redattori e a voi lettori l’opportunità di venire a contatto con tante ricercatrici, insegnanti e divulgatrici che ci hanno veramente ispirato.

La nostra rubrica, nel suo piccolo, vuole essere un mezzo per celebrare queste donne, le loro carriere, le loro storie e le loro conquiste e farle conoscere a un numero sempre maggiore di persone. È per questo che oggi, nella Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, vogliamo rendere omaggio a tutte loro, che ogni giorno rendono il nostro un mondo migliore sotto moltissimi aspetti.

Ma perché celebriamo questa giornata? Perché dovremmo avere bisogno di ricordare a noi stessi una volta all’anno che anche le donne possono fare ricerca scientifica ad alti livelli e che tutte le ragazze dovrebbero avere accesso a un’educazione e a una carriera scientifica, se lo desiderano?

A tutti quelli che si sono posti questa domanda, vorrei presentare un semplice dato, un numero piccolo e spaventoso proprio perché tale: 30. Cos’è questo numero? Secondo i dati più recenti dell’UIS (UNESCO Institute of Statistics), rappresenta la percentuale di donne che lavorano nel campo della ricerca scientifica a livello globale rispetto al totale di ricercatori. E in Italia la situazione non migliora, perché il numero sale soltanto a 34,3%.

Sempre secondo l’UIS, inoltre, numerosi studi dimostrano che le donne che lavorano nell’ambito delle discipline STEM (Science, technology, engineering, mathematics) pubblicano di meno, sono pagate di meno per la loro ricerca e hanno meno opportunità di progredire nelle loro carriere rispetto ai loro colleghi uomini.

In più, solo il 35% degli iscritti a corsi di laurea STEM sono donne, dato che concorre a dipingere un quadro piuttosto scoraggiante per donne e ragazze in ambito scientifico. Tuttavia, spesso non è l’interesse a mancare, ma l’incoraggiamento e il riconoscimento dei loro meriti accademici e lavorativi. In molte, poi, si ritrovano di fronte ad uno dei bivi più temuti da una lavoratrice: famiglia o carriera? Un bivio che non dovrebbe esistere, che nessuno dovrebbe trovare sulla propria strada, ma che purtroppo è ancora lontano dallo scomparire per molte donne in tutto il mondo.

È per questo che oggi, 11 febbraio, celebriamo la sesta Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza: per riconoscere il grande impatto che le donne hanno sul settore scientifico con il loro lavoro quotidiano e con le loro scoperte e per mostrare alle ragazze di tutto il mondo esempi di donne che possano motivarle a seguire i propri sogni, anche quando tutto e tutti sembrano suggerire il contrario.

Quest'anno il tema della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza è “Oltre i confini: uguaglianza nella scienza per la società” e verrà affrontato con particolare attenzione il tema del ruolo delle donne nella lotta al COVID-19.


Durante questa pandemia il dramma della disoccupazione ha colpito tantissime persone in tutto il mondo e in Italia per le donne è stato un periodo particolarmente difficile. Ce lo dimostrano il vertiginoso aumento di femminicidi, in media uno ogni tre giorni in Italia, secondo i dati Eures e il dato sconcertante che il 98% dei disoccupati prodotti dalla attuale crisi, sono donne. Questa tendenza ha colpito anche le donne nel campo della ricerca scientifica, che si sono trovate penalizzate, soprattutto se ancora nelle fasi iniziali della loro carriera, cosa che non ha fatto che evidenziare il cosiddetto gender gap in ambito scientifico.

È quindi fondamentale che in questo momento di grande vulnerabilità, soprattutto per le donne, siano riconosciuti e celebrati gli esempi di scienziate che con grande impegno si sono battute per portare il mondo fuori da questa pandemia attraverso la loro ricerca.

La situazione attuale non permette l’organizzazione di eventi dal vivo in nessuna parte del mondo, tanto che la sesta Assemblea delle Nazioni Unite nella Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza si terrà in modalità virtuale.

Su questo esempio, sono molti gli eventi che si terranno online, come quelli organizzati dall’Università di Perugia, tra cui ricordiamo l’iniziativa del dipartimento di geologia: una discussione sul ruolo delle donne in questo settore che sarà visibile sul canale YouTube Geologia UniPG.


Anche se quest’anno non sarà possibile vedersi nelle piazze e nei teatri, stringere mani o conoscere scienziate incredibili di persona, abbiamo, come sempre, il dovere di riconoscere il contributo alla società di quelle donne che con il loro lavoro rendono ciò che amano fare sempre più accessibile per le ragazze e le donne di domani. Abbiamo il dovere di sollevare polemiche e generare discussioni se questo significa ottenere un trattamento più equo anche solo per una ricercatrice, per una studentessa, per un’insegnante.

Le donne che oggi lottano per il diritto alla parità di genere non devono più sentirsi sole: dietro di loro ci sono le grandi scienziate del passato che non si sono arrese alla discriminazione, ci siamo noi, donne del futuro, che presto erediteremo questa battaglia e ci sono le donne che verranno dopo di noi, a cui speriamo di lasciare un mondo diverso. Per loro, per tutte loro, abbiamo il dovere di cambiare le cose e quale momento migliore per iniziare a farlo se non oggi.


M. L. O.


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