Quando si parla di Grey's anatomy si pensa subito ai drammi, all'amore e ai super chirurghi che riescono quasi sempre a salvare i propri pazienti. Ma Grey's anatomy non è solo questo. Ne sono la prova le protagoniste, donne forti e di carriera che superano qualunque discriminazione, non si fanno fermare da nessuno e brillano di luce propria
La creatrice di questo show è Shona Rimes, conosciuta oltre che per il suo talento sul piccolo schermo anche per il suo attivismo femminista. Ci ha regalato personaggi che ci hanno insegnato molto: mettere il lavoro al primo posto non è sbagliato, e si può vivere felici anche senza una relazione; una donna può crescere tre figli da sola ed eccellere comunque nel suo lavoro, e, soprattutto, che la forza di una donna non va mai sottovalutata lotta contro le discriminazioni è ancora aperta e non ci fermeremo finchè non avremo ottenuto la parità.
Prima fra tutte è Ellis Grey, madre della protagonista Meredith, un personaggio che ha sempre messo la sua carriera davanti a tutto, prevalendo in un mestiere prettamente maschile. Più volte nella serie sono presenti flashback che riportano alla vita di Ellis negli anni '80 quando veniva chiamata in modo dispregiativo "infermiera" dai suoi colleghi uomini, che non la consideravano alla loro altezza in quanto donna, ma il suo duro lavoro l'ha premiata, permettendole di vincere due volte l'Harper Avery Award, il premio più prestigioso per i medici e i ricercatori nel campo medico.
Cristina Yang, una dei co-protagonisti, non ci viene presentata come la solita ragazza in cerca dell'amore: lei nella sua vita vuole essere felice e l'unico modo che ha per esserlo è diventare una cardiochirurga. Mette il suo lavoro davanti a tutto, anche al sogno che ogni ragazza dovrebbe avere secondo la maggior parte dei film: trovarsi un uomo e mettere su famiglia. Ma sicuramente non è tanto questo che la rende una grande chirurga, quanto la sua forza d'animo e il non mollare mai; ha vissuto tanti eventi spiacevoli nella sua vita, come la morte del padre a seguito di un incidente stradale con la figlia nel sedile a fianco, che l'ha fatta avvicinare al mondo della cardiochirurgia, e il duro lavoro che ha dovuto affrontare per diventare la migliore del suo corso, nonostante la sua dislessia, che secondo molti l'avrebbe dovuta penalizzare, ma lei ce l'ha fatta lo stesso.
Meredith Grey, la protagonista della serie tv, ci dimostra che una donna non deve per forza cucinare tutti i giorni per il marito che torna a casa dal lavoro, se non è ciò che la rende felice: il suo lavoro è importante tanto quello di un uomo, e può farlo bene tanto quanto lui.
Amelia Shepherd è la prova che non importa quante volte si cada o quanto in basso si cada, ci si può rialzare, ed è proprio ciò che fa lei: ha perso il padre davanti ai suoi occhi all'età di 4 anni, ultima di 5 figli è stata cresciuta sua una madre single poco presente e la sua adolescenza è stata segnata da una vita sregolata, fatta di alcool e droghe che l'hanno portata ad abusarne. Ma lei non si è data per vinta, è riuscita a ripulirsi e laurearsi in medicina come neurochirurga, proprio come il fratello Derek. Ha vissuto alla sua ombra per molto tempo, le sue stesse sorelle non la consideravano alla sua altezza, all'ospedale veniva chiamata "l'altra Shepherd", ma lei ha dimostrato a tutti che si sbagliavano, diventando primaria del reparto di neurochirurgia.
Ultima ma non per importanza, Miranda Bailey, primo capo donna del reparto di chirurgia dell'ospedale, ha dovuto sudare per quel posto, ma il grande lavoro l'ha ripagata.
La forza delle donne in Grey's anatomy sta anche nella loro collaborazione e un episodio che si merita una particolare attenzione è il 18 della 15esima stagione, in cui all'ospedale arriva una paziente che ha appena subito una violenza sessuale, a causa delle lesioni interne provocate ha bisogno di un intervento, ma la donna ha paura, perchè ogni volta che chiude gli occhi, rivede il volto di quell'uomo, allora le sue dottoresse chiamano tutte le donne membri del personale dell'ospedale :infermiere, dottoresse, chirurghe, e chiedono loro di disporsi contro il muro e lasciare libero il corridoio per il passaggio della paziente fino alla sala operatoria. La cosa funziona e dà coraggio alla paziente, che capisce che non è sola e così, quando chiuderà gli occhi, non rivivrà più il suo trauma, ma vedrà i volti delle altre donne che la sosterranno sempre. Un episodio particolarmente commovente, ci insegna che non siamo mai sole e non dobbiamo avere paura di alzare la voce.
Elisa Pompili
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