Inutile negarlo, noi 18enni ci stiamo avvicinando sempre di più al mondo del lavoro e molti di noi faticano a preogettare la propria strada.
La narrazione mainstream è che non ci sia lavoro, o che la scuola non prepari a quelle che sono le richieste del mondo lavorativo di oggi. Il lavoro di cui sentiamo parlare nei notiziari appare sempre più precario, illegale, sommerso, incapace di dare dignità, sicurezza e futuro.
In realtà il lavoro c’è e non mancano grandi aziende quali quella di Brunello Cucinelli che ogni anno in Umbria assume circa 400 nuovi impiegati. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Valentina Morlunghi e Irene Di Donato, responsabili delle “Umane Risorse” dell'azienda Brunello Cucinelli, che opera ad altissimo livello nel settore tessile.
Quanti candidati incontrate ogni anno e come è cambiato il mercato del lavoro?
Svolgiamo circa duemila colloqui l’anno. Il lavoro c’è e nei prossimi anni tutti troverete offerte adatte a voi. Dopo il Covid abbiamo assistito ad un vero cambiamento di paradigma nella ricerca di occupazione: il lavoro non deve più essere semplicemente un mezzo per mantenersi, ma un’esperienza che realizza le persone, in armonia con le loro aspirazioni e valori.
Quali competenze cercate nella selezione?
Vi potrà sembrare strano ma stiamo cercando dei matematici, dei laureati in corsi scientifici. Importanti anche le competenze linguistiche, digitali e la capacità di pensiero flessibile e critico.
È vero che il liceo e l’università non preparano al lavoro?
No. In Italia abbiamo un buon sistema di istruzione. Anche se alle prime esperienze può mancare qualche abilità operativa ( ad esempio saper usare con competenza un foglio excell) il gap si recupera in pochi mesi. Ciò che fa la differenza nel percorso di crescita lavorativa è la motivazione, la curiosità, l’attitudine di ogni lavoratore.
La forza di questa azienda di eccellenza è anche nel suo codice etico e nei valori che guidano le scelte imprenditoriali: scelte innovative nel suo genere poiché mettono in primo piano l'impiegato e il suo benessere.
E’ lo stesso Brunello, in un video pubblicato sulla pagina web aziendale, a spiegare brevemente la sua storia, a partire dal ricordo dell’amarezza negli occhi di suo padre, umiliato e sfruttato dal “padrone”: quella lezione sul lavoro lo ha spinto a cercare una strada migliore e lo ha portato, dalle origini contadine,alla creazione di un vero e proprio impero che ad oggi conta più di 1000 dipendenti in Italia e circa 2000 in Europa.
“Volevo un’impresa che facesse sani profitti, ma lo facesse con etica, dignità e morale ….. mi piaceva un’impresa che avesse una equilibrata e garbata crescita. Volevo che gli esseri umani lavorassero in luoghi leggermente più belli, guadagnassero qualche cosa in più come salario e si sentissero al lavoro come anime pensanti.”
Umana dignità e sostenibilità ispirano il modello del Capitalismo umanistico, che concilia gli obiettivi del profitto con la crescita umana dei lavoratori, l’educazione all’efficienza e alla professionalità unita al senso del valore umano, artistico e creativo di ogni individuo, visto prima come essere umano e solo dopo come risorsa economica. Alcuni dettagli concreti della vita aziendale ne rivelano la mentalità orientata ai valori etici e alla dignità umana: “umane risorse” , ad esempio, capovolge in senso di priorità il concetto tradizionale di Risorse Umane; si evita di imporre lavoro straordinario; i dipendenti lavorano in ambienti belli, funzionali e confortevoli, circondati da vigneti, oliveti, frutteti; per i dipendenti e i cittadini è stato edificato un Teatro, un monumento alla Dignità dell’uomo ed un immenso parco.
Per entrare nel vivo delle politiche aziendali, siamo stati infine messi alla prova. Il nostro compito era quello di creare un'azienda che operasse in un determinato settore commerciale, sceglierne il nome, il numero di impiegati e soprattutto, vero scopo dell'attività, delinearne i valori. Provateci anche voi! Magari sarà un primo passo per progettare il futuro!
Molti di noi erano probabilmente a conoscenza dell’azienda di Cucinelli, ma in pochi sono a conoscenza di come questa sia un perfetto modello di quella che dovrebbe essere la vita lavorativa, dove non c’è sfruttamento, competizione e soprattutto dove frutto di questo benessere è la crescita dell’individuo.
A.Prischi 4 E
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