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MOLESTIE: FATE LA TESTUGGINE!


Io i miei studenti del liceo Alessi abbiamo ben capito la cultura perversa della molestia / violenza sessuale quando abbiamo fatto lo scambio con il Messico. Vi racconterò una storia di ordinaria follia, situazioni assurde ma vere, che nella terra “caliente” esasperano giusto un pochino meccanismi ahimè ben presenti in tutte le piazze, i bar, le strade del sabato sera anche da noi…...

Il primo giorno dello scambio, all’uscita da scuola, mi trovavo da sola con quattro delle mie studentesse ad aspettare il gruppo.Ci superò sulla strada un camion scoperto sul cui piano di carico sedeva un gruppo di giovani operai che cominciarono con grida e versi a manifestare il loro apprezzamento per le italiane.Nell’imbarazzo una ragazza si mise a ridere e fece “ciao” con la mano. Loro si sentirono incoraggiati, e i gesti, i richiami, le risate divennero preoccupanti.Il problema fu quando a pochi metri da noi all’incrocio scattò il rosso: il camion si fermò, gli uomini, si apprestarono a scendere per venirci ad abbordare. Per fortuna ci raggiunsero in tutta fretta dall’interno del cancello scolastico i nostri cavalieri, italiani e messicani. E tutto finì per così dire bene … Gli insegnanti messicani erano allarmati e questo allarmò anche me: ci spiegarono che se volevamo visitare Città del Messico non potevamo assolutamente permettere che le ragazze girassero da sole per il centro, pure presidiato dall’esercito: infatti sarebbero state sicuramente importunate con proposte e attenzioni insistenti, o peggio, dai maschi che le avessero avvistate… Io e la mia collega provammo a dire che ci sembrava un’esagerazione, almeno di giorno, ma gli insegnanti messicani ci fecero ricredere, raccomandandoci molto seriamente di fare accompagnare sempre da almeno un ragazzo le compagne… Anche noi, in quanto donne, dovevamo assolutamente avere una scorta maschile per ogni spostamento su suolo pubblico.

Perciò ci organizzammo come legionari romani facendo esercitare la classe nello schieramento a testuggine: le ragazze dovevano camminare al centro del gruppo mentre ai confini esterni le fiancheggiava una muraglia di studenti con lo sguardo risoluto e minaccioso.

Vi giuro che per 15 giorni ci siamo spostati sempre così, a testuggine. Se dovevamo dividerci in gruppi, il rapporto era di tre ragazze, accompagnate almeno da due maschi (peggio che in un regime talebano).

Il gioco ci faceva ridere ( i nostri studenti maschi erano molto orgogliosi di intimidire con le loro stazze i piccoli molestatori indigeni) e nello stesso tempo ci sconcertava, perché era chiaro che se le ragazze avessero rifiutato la tutela e il controllo dei compagni maschi camminando libere si sarebbero messe in una situazione di pericolo e perciò era loro la responsabilità di non attirare attenzioni indesiderate!!

E’ proprio così che funziona la cultura dello stupro che dobbiamo combattere a casa nostra, a partire dal catcalling , perché si basa su un pregiudizio intollerabile: poiché tu ragazza sai che accanto a un maschio non sarai molestata, se decidi di camminare da sola vuol dire che accetti e autorizzi la molestia: te la sei cercata; i maschi latini si sentono quasi in dovere di provarci. E noi insegnanti donne dovevamo seguire questa logica! Ve la immaginate la prof.Persichetti che urla alla classe : “ Ora usciamo là fuori! FORMAZIONE A TESTUGGINEEEEE!!!!!”


La Sirilla

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