In tempo di emergenze l’unione fa la forza, si sa. E l’Unione europea ha stanziato fondi di soccorso per le nazioni che devono affrontare spese straordinarie per la sanità, la crisi economica, la stabilità: il recovery fund porterà nel nostro paese un importante capitale, pari a circa quattro volte quello del Piano Marshal, che permise la ricostruzione del paese dopo la seconda guerra mondiale e il boom economico del secolo scorso.Gli aiuti agli stati decisi dalla Commissione Europea sono di vario tipo : il MES, che è destinato a spese sanitarie, il fondo SURE, per pagare i lavoratori in cassa integrazione, del BEI che sostiene le aziende in crisi a causa del COVID, la flessibilità della BCE che permette agli Stati membri della EU di spendere di più per recuperare i danni e rispondere alle esigenze della crisi.
Il Recovery fund è piano da 750 miliardi di euro così suddivisi:
390 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto
360 miliardi di prestiti a tasso molto basso.
I soldi saranno reperiti grazie all’emissione di debito garantito dall’UE e arriveranno nel primo trimestre del 2021. All’Italia arriveranno ben 209 miliardi (il Paese più ‘premiato’), di cui 81,4 come trasferimenti diretti e 127 come prestiti
Il progetto che guida i finanziamenti straordinari di cui abbiamo parlato è il piano Next generation EU, che ha un principio solidale ed etico, cioè quello di finanziare la ripresa laddove ci siano più difficoltà, dove la ripresa si prospetti più lenta. L’EU intende sostenere e le aree più deboli e le fasce sociali più penalizzate, per esempio l'occupazione femminile e l'occupazione giovanile. Lo scopo dunque non è solo far ripartire l’economia, ma anche attenuare le differenze tra fasce sociali o le disuguaglianze all'interno dell'Europa.
I 750 miliardi Next generation EU dovranno determinare una ripresa economica all'insegna di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e verranno erogati in base a dei “Recovery Plans” che dovranno essere presentati dai vari Stati entro l'Aprile prossimo.
Questi piani di investimento, che tutti gli Stati Europei e anche il Governo Italiano stanno preparando, dovranno non solo riparare ai danni economici che ha fatto il Covid ma trasformare il nostro sistemi economici rendendoli più stabili, più sostenibili, più etici.
Questa è la grande occasione e la grande sfida, irripetibile nella storia europea: quella di cambiare i nostri paradigmi economici.
Tre sono i criteri per questi piani di rilancio delle economie nazionali:
1. transizione verde cioè creare un'economia Green un'economia sostenibile che punti sulle fonti energetiche rinnovabili sull'economia circolare sulla salvaguardia dell'ambiente e della salute
2. transizione digitale: ha a che fare con la migliore efficienza delle dei servizi, dei controlli, delle procedure e con la smaterializzazione e velocizzazione della burocrazia statale. Permette lo sviluppo di un'economia più Smart, più diffusa, più veloce e tecnologizzata.
3. competitività : i mercati mondiali stanno già premiando appunto aziende e realtà economiche che hanno queste caratteristiche digitali e green. In altre parole, se noi italiani non volessimo cambiare i nostri sistemi economici ed energetici semplicemente usciremmo dal mercato mondiale, diventeremmo sempre meno competitivi; quindi è indispensabile cambiare
per ripagare i finanziamenti del Recovery fund l'Europa farà un fondo a parte, che potrebbe essere finanziato da tasse sulla plastica per esempio o multe a quelle aziende e stati che non rispetteranno i canoni della decarbonizzazione /defossilizzazione e oppure che non rispetteranno i canoni di tutela ambientale
I finanziamenti saranno orientati alla performance cioè l’EU prima finanzierà per il 10% il progetto e poi lo pagherà a raggiungimento del risultato: quindi è molto importante fare dei progetti realizzabili concreti.
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