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PATTINAGGIO:UNO SPORT PER TUTTI?



Nonostante non sia molto conosciuto, il pattinaggio è uno sport longevo, che può vantare secoli di storia, durante questo periodo si è evoluto continuamente, passando da semplice passatempo a una vera e propria forma d’arte, in cui gli atleti si sfidano per eseguire le figure più belle ed aggraziate.

Ma, come si suol dire, non è tutto oro quello che luccica, infatti dietro le quinte di questo mondo fatto, all’apparenza, di bellezza troviamo grandi discriminazioni.


Quando si pensa al pattinaggio ci si immagina qualcosa di aggraziato e “femminile”, questo sport infatti viene considerato una prerogativa delle ragazze, ma non è sempre stato così. Inizialmente veniva considerato una disciplina maschile, in quanto si riteneva che solo gli uomini avessero la forza per effettuare determinati salti. È solo a seguito di numerose lotte e rivendicazioni che siamo arrivati dove siamo ora.

Il primo passo venne fatto dalla pattinatrice inglese Florence Madeline Cave, conosciuta come Madge Syers, dal cognome del marito Edgar, allenatore e pattinatore sul ghiaccio.

Madge, dopo essersi appassionata ed essere diventata esperta, decise di partecipare ai Mondiali; tuttavia era considerato disdicevole per una donna partecipare, al punto che non c’erano regole che escludessero le donne da queste competizioni, perché era scontato che non tentassero nemmeno l’iscrizione. Questa mancanza le permise di poter prendere parte alla gara: l’unica donna in mezzo a soli uomini. Arrivò in finale e riuscí a conquistare il secondo posto; ancora oggi la critica dibatte su tale risultato, in quanto è divisa tra chi crede che lei non abbia vinto solo a causa delle discriminazioni di genere, e chi afferma che sarebbe stato impossibile battere Salchow, l’inventore dell’omonimo salto. Questo piccolo passo è servito per avvicinare le donne al mondo del pattinaggio, eppure ancora oggi sono presenti molte disuguaglianze in questa disciplina.

Paradossalmente, si è arrivati a una situazione che per certi versi risulta capovolta rispetto agli inizi e gli uomini che praticano questo sport spesso vengono considerati effeminati, poco virili e devono fare i conti con l’omofobia istituzionalizzata. In un’intervista alla BBC, il pattinatore olimpico Eric Radford aveva dichiarato a tal proposito: “solitamente si tende a considerare tutti i pattinatori maschili come omosessuali a causa dello sport che fanno, anche se nella maggior parte non lo sono e i pochi che lo sono fanno coming out solo dopo aver concluso la carriera”.


Queste problematiche, sfortunatamente, si estendono a tutti i livelli di questo sport; abbiamo intervistato Eleonora Trebbi, pattinatrice su rotelle al terzo anno del nostro liceo, che ci mostra come certe discriminazioni siano presenti anche a livello locale.


Ci puoi parlare del tuo sport in generale?

“Nel pattinaggio ci sono due tipi di competizione: c'è il singolo, in cui si fa un disco gara, ovvero si mettono insieme dei passi, accompagnati dalla musica, con salti, trottole e difficoltà varie. Si tratta di un disco in cui si gareggia singolarmente contro altre persone, che eseguono gli stessi elementi. I maschi fanno categoria a parte, anche se non ne comprendo il motivo, l’adesione da parte loro è bassa e infatti quasi sempre sono in categoria con una, massimo due persone.

Poi c'è la solo dance in cui non ci sono né salti né trottole, si fanno solamente dei passi con la musica; questa competizione si può svolgere sia in singolo che in coppia. In quest’ultima troviamo maschi e femmine che gareggiano insieme, nella solo dance ci sono molti più maschi rispetto a quanto accade nel singolo, ma comunque il numero è basso."


Esistono competizioni dove gareggiano insieme due ragazze o due ragazzi?

“No, o almeno io non le ho mai viste. Per me la causa è questo pregiudizio secondo cui il maschio sia più forte e debba sollevare la ragazza, l’assenza di uno dei due ruoli renderebbe impossibile la competizione. Probabilmente esistono, ma nella mia esperienza non ne ho mai incontrate.”


Secondo te, in qualità di esperta, è giusto che nelle competizioni di pattinaggio ci sia una divisione tra maschi e femmine?

“Secondo me no: se un maschio è arrivato ad un certo livello, eseguendo determinati salti ed è al pari della ragazza allora non c'è differenza, intendo che gli elementi del pattinaggio sono quelli, uguali per tutti.”


Nonostante le discriminazioni, questo sport rimane uno dei più belli e aggraziati che esistano.


Articolo di Elisa Simonucci e Elisa Pompili 3H

Disegno di Chiara Tramontano 2H


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