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PIOVONO CORNETTI

"Così la neve al sol si disigilla; così al vento ne le foglie levi si perdea la sentenza di Sibilla." Paradiso XXXIII, 64/66

Dove eravate l’11 ottobre al secondo intervallo? Io ero fuori dall’aula magna, seduta sul muretto scaldato dal sole… Avete presente? Sotto la scala antincendio anteriore del liceo. Stavo chiacchierando con la mia collega e amica olandese Miss Patty Fisser e ci godevamo il sole di ottobre, felici di esserci ritrovate a Perugia per un nuovo Scambio Culturale, nonostante il “pratino” fosse punteggiato di cartacce matite e mozziconi di sigarette. All’improvviso però mi è arrivata in testa, con un tonfo sordo e umidiccio, una busta di carta unta, con dentro un cornetto mezzo consumato….che schifo, che imbarazzo….Non ci potevo credere. Ho alzato gli occhi, ma nessuno guardava giù.

Mi sono molto vergognata della mia scuola di fronte agli ospiti olandesi.

È inconcepibile che gli studenti buttino i rifiuti dalla scala antincendio sul prato sottostante, ma è una pratica abbastanza comune: basta percorrere il perimetro della scuola sotto le finestre e si trova un po’ di tutto, da fazzolettini a fogli, da cibo a pennarelli e altri rifiuti, nonostante regolarmente i collaboratori scolastici ripuliscano gli spazi esterni.

Come è possibile questo? Che ne pensate voi? Io vorrei delle multe. Vorrei che si stabilissero delle sanzioni economiche nel regolamento di istituto per le classi sotto le cui finestre (senza riferimento al piano) si trovino immondizie. Inoltre, vorrei che si impedisse l’accesso alla scala antincendio durante la ricreazione agli studenti, qualora si verificassero ancora accumuli di immondizia sotto le stesse.

È incivile ed è anche ingiusto che i collaboratori scolastici debbano quotidianamente fare il giro dell’area esterna e raccogliere cose che gli studenti potrebbero benissimo buttare nel cestino interno o riportare a casa. Chiedo un po’ di rigore perché si affermi una volta tanto che a scuola si devono rispettare le aree comuni e perché gli stranieri, che vengono ad osservare la nostra scuola come un modello, non debbano vedere la vergogna e l’imbarazzo di chi si sta impegnando ( non mi riferisco alla sottoscritta ma, nel caso specifico, ai colleghi e agli studenti della seconda H) di fronte alla maleducazione degli altri. Comunque la busta l’ho buttata nell’indifferenziato, riportandola al bar da cui probabilmente era partita pochi minuti prima.

Anche a ricreazione…ricordate. Siamo l’Alessi. Facciamoci riconoscere.


La Sirilla


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