Nel 1977 all’Università Bocconi di Milano è stata condotta un’indagine su 55 donne, principalmente italiane, che hanno dato un contributo fondamentale alla scienza, parlando di come essa abbia cambiato le loro vite e di come abbiano dimostrato con coraggio che questa materia non distingue tra maschi e femmine, ma è raggiungibile da tutti, ignorando stereotipi e pregiudizi.
Da questa prima indagine, che costituisce di fatto il primo studio italiano sulle biografie di scienziate, è nato Scienziate del tempo, un libro che contiene più di 100 biografie. Le autrici sono Sara Sesti e Liliana Moro, rispettivamente docenti di matematica e italiano e storia.
Pubblicato per la prima volta nel 1998, il testo è dunque una raccolta di biografie, ma non solo: l’obiettivo delle autrici, infatti, è raccogliere i dati sulle vicende di alcune donne, sottolineando gli elementi comuni delle protagoniste del libro come “costanza, pazienza, interesse verso il campo della divulgazione… le autrici affermano che è poi entrata in azione un’opera di cancellazione della memoria storica”, agevolata anche dal fatto che le donne in questione hanno spesso utilizzato, nelle loro ricerche, uno pseudonimo maschile.
La raccolta presenta le protagoniste in ordine cronologico, riportando anche delle brevi premesse riguardo la figura della donna negli anni, dalla preistoria ad oggi. Oltre alla disposizione cronologica, nell’indice si trova affiancata ai nomi la disciplina e i vari premi Nobel conseguiti, in modo da poter aiutare il lettore ad orientarsi meglio. Le due autrici, infatti, hanno deciso di seguire uno schema degli argomenti e delle biografie molto preciso: nel testo ogni biografia non supera le due pagine, in modo da rendere veloce ma efficace la lettura, utilizzando ogni storia come spunto di riflessione. Le stesse autrici, nella presentazione, affermano che “una disciplina, vista attraverso la concretezza e la profondità delle biografie di coloro che ad essa si sono dedicate, assume connotazioni nuove, più vicine alla sensibilità degli adolescenti, poco incline all’astrazione e molto curiosa di esperienze complessive e di scelte morali”.
In un’intervista, alla domanda “Se il libro venisse scritto in un ipotetico futuro, quale sarebbe una storia auspicabile per una scienziata nata nel 2020?”, Sara Sesti risponde che si augurerebbe senz’altro la repressione dei pregiudizi basati su maschilismo e misoginia; ciò creerebbe una svolta nelle opportunità delle donne e degli uomini, a quel punto rese eque. Inoltre, la docente parla anche di un cambiamento del linguaggio, e della sua speranza di utilizzare in modo più naturale impieghi coniugati al femminile.
Fonti:
Genta Ceno
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