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UNA DONNA INARRESTABILE



Rita Levi-Montalcini non si è mai lasciata scoraggiare, nonostante vivesse in mondo

dove una donna non poteva essere tutto ciò che voleva, ma dove, nella migliore delle ipotesi, era costretta a scegliere. Ha sempre preferito la figura di scienziata

a quella di madre e di moglie, seguendo gli insegnamenti del suo professore, che l’ha

guidata nei suoi primi anni di studio. Non è mai entrata in quella sorta di zona grigia dove risiede la mediocrità, si è sempre distinta. Per motivi di studio e ricerca si reca negli Stati Uniti, con l’intento di soggiornarvi pochi mesi. Alla fine, il viaggio si rivela un trasferimento che dura 30 anni, durante i quali lei continua a studiare la collocazione dei tumori in embrioni di polli. In questi anni di ricerca, mentre studia come evolve un tumore prelevato da un topo ed inserito nell’embrione di un pulcino, si imbatte in una nuova proteina: il fattore di accrescimento nervoso (NERVE GROWTH FACTOR). Quest’importante scoperta le varrà il premio Nobel per la medicina nel 1986. Rita era una donna con un carattere forte, e ciò si evince anche dal film che è stato girato in suo onore e dove la grande scienziata è stata interpretata da Elena Sofia Ricci.

Esso tratta principalmente degli ultimi vent’anni di vita della Montalcini e le vicende si concentrano su un particolare evento: la ricerca da parte dell’anziana e celebre scienziata di una cura volta a risolvere un serio problema alla vista di una giovane musicista. Inizialmente la situazione della malattia sembra irreversibile, ma dopo accurate ricerche, finalmente Rita riesce a curarla. Ricorrono anche episodi di quando, da giovane, studiava all’università dove insegnava il suo burbero professore e dove incontrò altre donne dedite alla sua stessa passione scientifica, ma che vivevano anche il ruolo di mogli, ritenuto da Rita inconciliabile con la carriera.

La Montalcini ha affermato di essere cresciuta in: «un mondo vittoriano, nel quale dominava la figuramaschile e la donna aveva poche possibilità», un luogo difficile per una donna come lei convinta che «le nostre capacità mentali - uomo e donna - son le stesse: abbiamo ugualipossibilità e differente approccio». Lei d’altronde si è sempre battuta per questa causa; era una donna estroversa che aveva vissuto questa limitazione sulla sua pelle.

A conclusione di questa recensione ci piace riportare la frase con cui, anche nel film, il mentore della Montalcini, il professor Levi, la incitava a continuare i suoi studi sempre e comunque:

“Non c’è libertà senza conoscenza”


L.M e C.P



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