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UNA GIORNATA IN CENTRALE


Sono le 6.00 del mattino e un’altra giornata ha inizio, almeno per me.

Prendo il pullman e mi dirigo a scuola con la stessa svogliatezza di mia nonna, ascoltando un po’ di musica così da potermi ricordare se non altro il mio nome. Arrivata a scuola vengo investita dalla moltitudine di Alessini intenti a gelarsi il fondoschiena o a fumarsi una sigaretta in compagnia. Alle 7.50 si aprono le porte e ad accoglierci con il suo immancabile sorriso troviamo Maria Rita che, come tutte le mattine, ci augura il buongiorno. Successivamente ognuno di noi si dirige in classe, correndo più veloce di Flash per accaparrarsi l’ultimo posto disponibile davanti al termosifone. Alle 8.10 comincia la lezione e, tra uscite per “andare in bagno” - lo sappiamo tutti che andate al bar a salutare la Susi - e uscite per andare alle macchinette, passano le prime due ore. E poi arriva lei, la tanto agognata ricreazione che, ormai è risaputo, ognuno di noi sfrutta per andare a trovare amici e parenti e fare di tutto tranne che mangiare la merenda. Se durante le lezioni ci sono le capatine al bar, durante la ricreazione queste visite occasionali si trasformano in una vera e propria orda di studenti che si riversa giù per le scale. Perchè? Ovviamente per conquistare l’ultimo panino alla cotoletta condito con un pizzico di disappunto vicepresidenziale. Suonata la campanella si ritorna tutti in classe, con la mente immediatamente rivolta al momento in cui potremo uscire di nuovo. La seconda ricreazione assomiglia molto alla prima solo con molti più studenti nei corridoi e, di conseguenza, più vita. Ma tutti i sogni prima o poi finiscono e il suono della campanella ci riporta alla realtà: altre 2 o 3 ore di lezione senza possibilità di svago. Credo di poter affermare a nome di tutta la popolazione studentesca che gli ultimi minuti di lezione sono i più lenti e confidiamo spesso in un Giacomo o un Roberto che annunciano l’assenza di un professore per il giorno dopo. Approfitto di questo breve spazio per ringraziare Giuseppe che assiste tutti gli studenti messi k.o. dall’ora di motoria, procurandoci ogni volta valanghe di ghiaccio. Grazie, Giuseppe.

Con il suono dell'ultima ora la maggior parte degli studenti torna a casa, tranne quelli che, come me, hanno anche la sesta ora. Nei pochi minuti di stacco che separano le persone libere da quelle ancora rinchiuse nelle mura scolastiche, è sempre affascinante gettare un occhio fuori dall’edificio, dove è possibile apprezzare la grande varietà di Alessini e Alessine invidiata da tutte le scuole superiori di Perugia. Un piccolo consiglio, se volete sopravvivere: quando uscite, state attenti ai motorini e alle auto dei professori, che come noi non vedono l'ora di tornare a casa.


Ludovica Mascetti 2°M


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