È arrivata il 26 ottobre di quest’anno l’eclatante notizia annunciata da un articolo della rivista scientifica Nature Astronomy: c’è acqua sulla Luna!
La scoperta, che rivoluzionerà le future missioni, non solo lunari ma spaziali, è stata accertata da due studi; il primo è un progetto della NASA in collaborazione con l’agenzia tedesca DLR che ha trovato la presenza di molecole di acqua (H2O) nell’emisfero Sud, grazie all’aiuto del telescopio volante Sofia, il più grande al mondo, che si trova a bordo di un Boeing 747SP. Già precedenti ricerche avevano rilevato la presenza di particelle di acqua, ma gli strumenti utilizzati in quel periodo non erano stati in grado di affermare con certezza che non si trattasse solo di idrossile, la cui composizione è OH, un gruppo di atomi legato ai minerali presenti.
Il secondo studio è stato condotto dall’Università del Colorado, i ricercatori hanno ipotizzato che 40mila chilometri quadrati della superficie lunare potrebbero avere la capacità di intrappolare l’acqua allo stato solido in piccole cavità ombreggianti. Sono riusciti a mappare i crateri in cui sarebbero presenti questi micro-cubetti di ghiaccio, ricreandone dimensione e distribuzione, usando immagini e misure della temperatura lunare prese dal Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA. Secondo le loro ricerche questi micro-cristalli sono sparsi in entrambi i Poli e sono molto freddi, intorno ai -160 gradi Celsius. Paul Hayne, scienziato planetario e autore principale dello studio, afferma che questa scoperta potrebbe provare come l’acqua sia stata trasportata miliardi di anni fa sulla Terra da asteroidi, comete e vento solare e come ora stia accadendo la stessa cosa sul nostro satellite. Se questa ipotesi si dimostrasse vera, Hayne è convinto che questo presenterebbe una grande risorsa per le future missioni lunari e verso il pianeta rosso, Marte.
E. P.
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