L’evento politico in assoluto più atteso e importante del calendario americano sono le elezioni presidenziali ed è consuetudine che figure di rilievo di ogni tipo partecipino, in un modo o nell’altro, allo svolgersi delle campagne elettorali, anche semplicemente incoraggiando i cittadini ad andare a votare.
Anche quest’anno diverse personalità di spicco si sono esposte riguardo ai due candidati,ma una in particolare ha contribuito attivamente alla campagna repubblicana con manovre economiche e politiche che non sono passate inosservate al giudizio del pubblico internazionale, Elon Musk.
Ma facciamo un passo indietro: per capire veramente le mosse e le strategie dell’imprenditore multimiliardario naturalizzato statunitense è importante conoscere il sistema elettorale degli Stati Uniti.
Le elezioni si svolgono in due fasi: un voto nazionale e uno di collegio. Il voto nazionale è quello dei singoli cittadini, che esprimono una preferenza per il presidente e per il vicepresidente, ma a causa della distribuzione della popolazione americana questo voto non può essere definitivo: stati grandi e molto popolosi avrebbero un peso maggiore rispetto a quelli più piccoli. Per rendere equa la votazione è stato ideato il sistema dei collegi: ognuno dei 50 Stati ha dei Grandi Elettori in numero proporzionale ai rappresentanti al Congresso, l’organo legislativo del Governo americano. I cittadini non incidono direttamente sui risultati delle elezioni ma scelgono i Grandi Elettori che, riuniti in collegio, danno i loro voti ai candidati alla presidenza e alla vicepresidenza che avevano vinto in quello Stato.
I risultati delle elezioni, in realtà, sono alla fine decisi dai voti di alcuni Stati solamente, detti “swing states”, dal momento che la maggior parte degli altri vota da sempre o per il candidato repubblicano (stati rossi) o per quello democratico (stati blu).
Per questo motivo le campagne elettorali si concentrano sul convincere questi “stati oscillanti” nel votare per una o per l’altra parte.
Quest’anno gli Stati in bilico erano sette (Pennsylvania, Georgia, Carolina del Nord, Michigan, Arizona, Wisconsin, Nevada) e proprio per questo motivo le agguerritissime campagne elettorali si sono concentrate in questi territori.
Trump nella corsa alla Casa Bianca ha investito molte risorse in comizi e iniziative finalizzate alla mobilitazione del voto per assicurarsi il supporto delle aree dal risultato più incerto.
Lo Stato cruciale della campagna di Trump del 2024 è stata la Pennsylvania: qui si sono concentrati sia i suoi interventi sia quelli del suo alleato di quest’anno.
Nonostante questa potente ed evidentemente vincente alleanza, i rapporti tra Elon Musk e Donald Trump non erano per niente amichevoli prima di qualche mese fa. Nel 2022 Musk aveva affermato che Trump avrebbe dovuto “navigare nel tramonto” (“sail into the sunset”) piuttosto che partecipare di nuovo alla corsa alla presidenza. Dal canto suo, Trump ha usato il termine “autore di cavolate” per riferirsi a Musk.
I due si sono ufficialmente alleati dopo l’attentato a Trump, avvenuto lo scorso 13 luglio.
Da quel momento Elon Musk ha svolto un ruolo fondamentale nel sostenere e finanziare la campagna di Trump, ma come?
In America e in Canada esistono comitati chiamati political action committee (PAC), che raccolgono fondi tra i loro membri per finanziare attività a favore o contro candidati, iniziative legislative, eccetera. I PAC più importanti sono quelli che raccolgono fondi per sostenere un candidato alla presidenza degli USA.
Uno dei PAC del 2024 è stato fondato proprio da Elon Musk insieme ad altri uomini d'affari della Silicon Valley, l’“America PAC”, al quale lo stesso imprenditore ha donato più di $118 milioni che sono finiti tutti nei fondi per il sostegno alla campagna del candidato repubblicano, mirata soprattutto a incentivare la partecipazione elettorale nei principati stati chiave.
Oltre a questo, e oltre ad aver partecipato a diversi raduni al fianco di Trump, Elon Musk ha anche messo a disposizione degli incentivi in denaro, mirati a spronare nuovi elettori a registrarsi e a votare per Trump.
La trovata più eclatante è stata quella della “lotteria da un milione di dollari al giorno” per gli elettori che avessero firmato una petizione dell’America PAC a favore di Trump. Questa petizione nasceva in teoria “per sostenere la libertà di parola e il diritto di portare le armi”: un riassunto di quanto affermano il Primo e il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. La cifra che Musk si è impegnato a consegnare giornalmente equivale a circa 921 mila euro. Tuttavia, sono presto sorti molti dubbi sulla legalità di tale trovata: il governatore della Pennsylvania (uno degli Stati interessati dalla lotteria) pensa che occorra farsi delle “domande su come si stiano spendendo i soldi in questa corsa, su come il denaro sporco stia fluendo…” aggiungendo che tutto ciò “è profondamente preoccupante”.
La “legalità” è però molto sottile e si aggira in una zona ambigua della legge. Musk si è sempre opposto alle critiche, sostenendo che la lotteria fosse solo un incentivo per spingere gli Americani ad andare a votare, ma i giuristi non la vedono allo stesso modo. Danielle Lang, professoressa alla Georgetown Law School ha affermato che “è illegale dare soldi a condizione che i destinatari si registrino come elettori”; alla lotteria di Elon Musk possono infatti partecipare solo gli elettori registrati in uno dei sette swing states e costringe le persone a registrarsi nel caso non l’abbiano già fatto per poter ambire a vincere il premio di $1 milione.
Come Lang la pensa anche un professore di scienze politiche della University of California, Rick Hasen che ricorda che la legge proibisce che chiunque “paghi o si offra di pagare o accetti un pagamento per registrarsi per votare”. Poiché però non paga direttamente le persone per registrarsi, ma solo per firmare una petizione (anche se è necessario registrarsi per poterla firmare), Elon Musk potrebbe eludere la legge.
Quindi Elon Musk rischia delle conseguenze penali per la sua trovata estrema? Non è facile da capire: il Voting Rights Act del 1965 proibisce l’offerta di incentivi economici diretti per registrarsi o votare nelle elezioni federali. Sembrerebbe quindi che Musk sia riuscito ad aggirare questa norma, poiché la sua lotteria incentiva solo gli Americani a firmare una petizione del PAC America, non direttamente a registrarsi; essere registrati è solo un “requisito” necessario per firmare la petizione.
Se invece i giudici ravviseranno una violazione effettiva della legge, Musk sarà multato a pagare una consistente multa o verrà imprigionato, come dice l’articolo, per non più di due anni o ancora, nel peggiore dei casi, potrebbe subire entrambe le sanzioni.
Sofia Barbanera, 5F
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