Cultura e democrazia sono due elementi che, come la Storia ha rivelato e ancora ci mostra, necessitano complementarmente l'uno dell'altro. La cultura è l'espressione della democrazia: il sapere che un individuo può acquisire nasce solo dalla possibilità di condivisione collettiva da parte di qualcun altro della propria conoscenza ed esperienza personale. Allo stesso modo la democrazia ha come necessità vitale la cultura. La sovranità su uno stato non può essere data a chi, in assenza di un'adeguata educazione, possa prendere scelte di ricaduta condivisa, causando potenzialmente danni. La cultura, non intesa come nozionismo puro ma come un approccio evoluto al mondo, permette all'individuo di saper interpretare ciò che lo circonda per poi poter reagire razionalmente.
La cultura è un meccanismo di garanzia delle libertà individuali, permette di stroncare sul nascere regimi totalitari e di tener lontani populismi vari. E' ovvio che la teoria idealmente e linearmente espressa su un foglio di carta sia ben diversa dall'applicazione pratica: gli ostacoli e le inefficienze sono vari. Il trionfo del populismo stesso è segno di una democrazia in crisi: il potere popolare c'è, ma non la razionalità in chi lo detiene. Un singolo individuo può infatti ottenere la sacra e inviolabile sovranità dei propri sostenitori con banalissimi contentini che la gente crede di volere. E' indicatore di un malfunzionamento dell'istruzione e, qualora si manifesti, è necessario un intervento tempestivo. Delle difficoltà nel passaggio da pratica a teoria se ne accorse Galilei dopo una vita di studi soffocata dall'abiura. I vincoli che non permettevano (almeno all'epoca di Galileo) di istruire il popolo non erano infatti solo i costo dei libri e il tempo da investire. L'élite che governavano vedevano l'educazione come una minaccia ai loro privilegi e alla stabilità raggiunta, ed era quindi prioritario combattere qualsiasi forma di risveglio della società. Qualche secolo dopo, abbattuti i costi di libri e scuole, rimane però ancora l'avversità dei potenti, segno che sia ancora necessario combattere per un'adeguata e diffusa istruzione. L'obiettivo finale è quello di formare un individuo con capacità critica, in grado di sottoporre ciò che lo circonda ad un'attenta analisi. Analisi lucida e razionale, indiscriminata e senza pregiudizi, capace di mettere in discussione potenzialmente tutto. Don Chisciotte ne è la personificazione estremizzata: seppure nella follia, il protagonista è in grado di concepire e riproporre il mondo sotto una chiave di lettura diversa, distante sì dalla realtà, ma senza disambiguità e illogicità di alcun tipo, frutto quindi di un'interpretazione a suo modo razionale e dimostrata.
Oggigiorno c'è la convinzione, quantomeno in Occidente, di aver raggiunto l'indipendenza critica del cittadino, l'impossibilità di un re-instaurarsi di regimi totalitari sembra essere una certezza. Ma è davvero così? Prendendo in considerazione il recente assalto al Campidoglio siamo costretti ad ammettere il contrario. Da dove è partito il tutto? Dall'incapacità dei facinorosi di sapersi informare. E' evidente come la maggior parte di loro, seppur di fronte alle smentite accuse di brogli elettorali, non fosse in grado di interpretare razionalmente e lucidamente gli eventi, sentendosi quindi legittimati ad assaltare un centro nevralgico del potere. Tornando in Italia abbiamo esempi altrettanto fulgidi: qui si è stati in grado di rieleggere per vent'anni individui con 300 milioni d'euro evasi, gente che qualche anno prima discriminava due terzi della popolazione o, per citarne altri, i discendenti di coloro che trascinarono l'Europa nel Secondo Conflitto Mondiale. E' segno di malfunzionamento dell'istruzione anche questo, poiché se il popolo non è in grado di imparare dal passato, significa che la storia studiata a scuola è puro nozionismo e non uno strumento che, come diceva Machiavelli, può essere usato per immedesimarsi in analoghe vicende passate ed anticipare il futuro.
In conclusione, appurato che la sovranità possa essere detenuta dal popolo, appurato che il popolo possa essere in grado di governare grazie ad un'adeguata istruzione, è di vitale importanza quanto lo è la salute, che la cultura debba essere tutelata nella sua interezza, senza che scada in propaganda e senza che diventi nozionismo mascherato da cultura
G.B.
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