top of page

Diversamente legale con “I Cesaroni”




“Sai cosa c'è? C'è una bomba sul traghetto Civitavecchia-Olbia”.

Con queste parole, pronunciate da un Giulio Cesaroni disperato, intento ad evitare che il figlio Marco e la figlia di sua moglie, Eva, si accoppino tra fratellastri, si chiude la prima stagione de"I Cesaroni”. Una serie per famiglie, giusto? Una fiction prodotta da Mediaset per intrattenere padri e madri, fratelli e sorelle, anziani e bambini: davvero stracolma di tutto, s'intende, data la variabilità delle tematiche e la quantità di personaggi diversi per età e modi di fare. Ma è davvero una serie per famiglie? Ebbene, io vi dimostrerò di no: perché se questo scivolone nell'illecito può presentarsi come un caso isolato per chi non abbia prestato sufficiente attenzione, è in verità l'ennesima riprova della malvagità impressa nei personaggi “cesaroniani”: uno solo, vi dico, tra le decine di misfatti consumati nell'arco delle sei stagioni. 

Io sono qui per mettere al sicuro i vostri bambini; li riparerò da tutto questo orrore, dallo strazio di vedere crimini su crimini. E non avrò pietà nel giudicare le azioni spregiudicate compiute dai malfattori; gli inquisitori possono mettersi da parte.


Al di là del procurato allarme, i Cesaroni sono responsabili di innumerevoli altri reati. Purtroppo la soglia della vostra attenzione non è sufficiente a leggere venti pagine di crimini, né tantomeno la mia volontà è abbastanza allenata da far fronte a una ricerca così lunga e meticolosa, quindi in questo articolo ho stabilito di trattare solamente le prime tre stagioni, e nello specifico solo i crimini perpetrati dai membri della famiglia Cesaroni, non da altri personaggi (perché per quello necessiterei di un articolo a parte).

Cominciamo con i sequestri di persona: nel diciottesimo episodio della prima stagione, Giulio, Ezio e Cesare, costituenti omessi della Santissima Trinità, rapiscono Sergio, l'ex marito di Stefania, perché da qualche giorno è tornato a Roma e si comporta in modo molto ambiguo: parla poco, si dimostra affettuoso con le figlie, chiede di stare da solo con Stefania, e insomma… non fa niente di male, a dirla tutta, ma Giulio Cesaroni non la pensa così. Il fattaccio, che poi è il motivo dietro alle strane abitudini di Sergio, è che è stato colpito da un tumore maligno. Quindi, ricapitolando, i Cesaroni hanno rapito un uomo malato di cancro perché ritenevano che fosse troppo taciturno. E indovinate dove lo hanno portato? A pesca. Sì, a pesca: hanno pensato che fosse un'idea intelligente per tenerlo lontano da Stefania; lo hanno legato e lasciato contro un albero per l'intera nottata.

Oltre a  questo, nella terza stagione Ezio e Cesare hanno rinchiuso un chirurgo in una stanza d'ospedale per impedirgli di operare Giulio; hanno convinto un uomo che aveva battuto la testa nel bagno della bottiglieria (sul cui pavimento era scivolato perché non era a norma) ad assumere una nuova identità, tenendolo in casa loro per alcuni episodi; hanno rinchiuso dodici spogliarellisti nell'officina di Ezio per evitare che arrivassero a uno spettacolo organizzato da loro stessi, e infine hanno rubato un bonsai -che non è propriamente una persona, ma resta pur sempre un essere vivente-.


Passiamo a ciò che riguarda l'introduzione illecita in proprietà privata e il furto con scasso: i Cesaroni, per rubare il bonsai sopra citato, hanno dovuto scassinare la serra di Antonio Barilon, penetrando dunque nel suo negozio; si sono finti medici e hanno raggiunto prima la sala operatoria, e poi l'obitorio; hanno venduto bibite e panini senza licenza da venditori ambulanti, occupando perciò un parcheggio senza alcuna autorizzazione, e soprattutto contravvenendo a chissà quante norme sanitarie. Credendo che Cesare si fosse dato alla cocaina, poi, Giulio e Ezio si sono introdotti furtivamente in casa sua e l'hanno setacciata da cima a fondo, mettendola a soqquadro. Insieme al loro socio Giulio, hanno pagato la piccola Matilde -figlia adottiva di Cesare- per fingersi malata, distraendo così la segretaria dello studio musicale per cui Marco -figlio di Giulio- lavorava; si sono introdotti nell’ufficio del produttore con una videocamera e hanno tentato di provocarlo affinché li minacciasse. Quello, però, è stato più astuto, e soprattutto più pacato: prima si è fatto colpire, e poi ha scovato la videocamera nascosta, ne ha rubato i filmati e ha furiosamente congedato il trio. Perché tanta violenza? Perché questo produttore, tale Criscuolo, aveva fatto firmare un contratto del tutto legale a Marco, grazie al quale, fondamentalmente, gli concedeva palcoscenico, trucco e parrucco in cambio della sua più totale accondiscendenza. Lo ribadisco: lo ha fatto firmare legalmente, gli ha dato più più di qualche giorno per decidere, e alla fine, addirittura, prima di metterci la firma definitiva, ha chiesto a Marco se fosse davvero sicuro della sua scelta. Ma evidentemente al padre Giulio tutta questa legalità non è andata a genio e, vedendo il figlioletto in lacrime perché non si era preso la briga di leggere un contratto correttamente, ha deciso di metterci le mani.


Rudi Cesaroni è un criminale (ma questo non si tratta di umorismo): ha più volte commesso atti osceni in luogo pubblico, quale la minzione nei caschi dei suoi nemici o l'esplicazione dello spregio tramite defecazione; ha causato la caduta della moto appartenente al comandante dei carabinieri e si è defilato senza risarcire il danno; inoltre ha rubato, con la complicità della sorellastra Alice, decine di bottiglie di alcolici (e una pistola, di cui sua nonna si era già indebitamente appropriata). 

Ezio non è da meno: vanta dalla sua lo sfruttamento in nero di tre lavoratrici in bikini, cui affibia il ruolo di “Car Uoscher” in un episodio della seconda stagione; manomissione dell'auto della moglie di Barilon, Geramana, e un procurato allarme per aver simulato una rapina a mano armata (risposta più che equilibrata a uno scherzetto sulla sua aracnofobia). Nonostante sia stato minacciato dalla moglie Stefania con un coltello per ben tre volte, non ha mai mai fatto alcun passo indietro: si è finto non in grado di intendere e di volere pur di annullare un contratto con la banca, è stato rapito da alcuni gangster dopo essersi appropriato di 60.000 euro derivanti dai loro affari loschi e averli persi in meno di cinque minuti al casinò; e infine, giusto per specificarlo, non ha mai pagato qualcosa che non fosse a nero, né tantomeno si è mai preoccupato di stampare ricevute fiscali per i clienti della sua officina. Ha pedinato decine di persone per conto di Giulio, di solito per assicurarsi che non scoppiassero amori indesiderati o che gli intrighi della famiglia restassero nascosti. Oh, e in ultimo, ha nascosto una falsa anfora in un cantiere onde evitare che i lavori proseguissero.

Marco e Walter hanno rubato l'auto dell'ex marito della fidanzata di Marco -una professoressa di venticinque anni, nonostante lui ne avesse solo diciassette-, hanno guidato senza patente per le strade di Roma, infrangendo chissà quali norme stradali, e infine, per ripicca, ci si sono fiondati dritti in un fosso, causando il totale sfracellamento del mezzo.

Stefania Cudicini, moglie del boss Giulio Cesaroni, ha ricattato Barilon dopo essersi introdotta nella sua abitazione e averlo ripreso con la moglie durante un “gioco di ruolo”. La figlia Eva non è da meno: durante un goffissimo tentativo di fuggire dalle sue responsabilità, ha inviato Marco, Walter e Simona a intervistare un atleta al posto. Walter, secondo il piano, ha rapito la madre dell'atleta fingendosi un autista della “Federazione Italiana del Salto in Lungo”, e Marco è penetrato nella stanza del poveraccio scassinando la serratura. Per lo meno Eva ha ricavato qualcosa, dall’andirivieni: una denuncia, un licenziamento, e i numeri di telefono di alcuni importanti sportivi italiani -custoditi gelosamente nell'agenda dell'atleta, che Marco ha deliberatamente aperto e fotografato-.


Alla luce di questi crimini, e di decine di aggressioni, ricatti, calunnie e accadimenti di varia natura che non ho citato per questioni di tempo (come quella volta in cui Walter prese a pugni Criscuolo, o in cui Giulio minacciò il fidanzato della figliastra, Alice, con lo scopettone del bagno), io domando:”Siete ancora così convinti che “I Cesaroni” sia una serie per famiglie?” Perché per come la vedo io, a voler mettere insieme tutti i puntini, nemmeno il miglior principe del foro potrebbe difendere certe malefatte. 


Tommaso Tosti 4I

bottom of page