Helen è una giovane donna che, arrivando tardi in ufficio, scopre di essere stata licenziata, per poi dirigersi verso la stazione del treno in preda alla collera: lei però non sa che da quel preciso momento la sua vita si separerà in due strade completamente diverse.
Sto parlando di "Sliding Doors", film del 1998 costruito su due piani paralleli, innescati da un evento all'apparenza insignificante, ma che risulterà cruciale: l'apertura o meno della porta del treno.
Infatti, nel primo caso si sviluppa uno scenario in cui la protagonista riesce a tornare in tempo a casa, scoprendo così l'infedeltà del proprio ragazzo, Gerry; nonostante ciò, Helen non si lascia abbattere, dimostrando così un carattere decisamente forte e conoscendo poi un altro ragazzo.
Totalmente diverso è il risvolto della storia nel secondo caso: la protagonista, perdendo il primo treno, rientra tardi a casa, rimanendo ancora ignara del tradimento, ma non per molto...Sembra un esito migliore del precedente, ma da questo punto in poi Helen vivrà una vita infelice e piena di sacrifici.
Detto ciò, è evidente perché Sliding Doors sia un film che rende alla perfezione l’idea di effetto farfalla, evidenziandolo non solo nella trama, ma anche, e forse soprattutto, nella struttura stessa del film, nettamente divisa in due linee temporali, che si incontrano di tanto in tanto in scene speculari, solo per mettere in risalto la drastica diversità tra le due strade. Non a caso i termini "effetto farfalla" ed "effetto Sliding Doors" vengono usati esattamente come sinonimi!
Questo film fa anche riflettere su come affrontare subito la verità, per quanto possa essere difficile e spesso doloroso, sia senz’altro meglio che restare illusi in uno stato di finta felicità dove, scoprendo più tardi la realtà dei fatti, inevitabilmente si soffre: non a caso, tra le due, la prima Helen che scopre subito l’infedeltà è colei che riesce ad affrontarla meglio e riesce ad uscire da questa esperienza quasi come una persona nuova.
Bocciolini Marina 4H
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