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IL CASO DEI PICASSO RUBATI GIUNGE AD UNA CONCLUSIONE



Il 18 febbraio 2023 Anne e Herbert Pfeffer, i proprietari della galleria d’arte Belle et Belle, sono stati giudicati colpevoli di aver comprato e nascosto opere di Picasso rubate alla figlia dell’artista e alla figlia del gallerista Aimé Maeght.

I due galleristi francesi erano stati già accusati nel 2011 del traffico illegale di opere rubate, dopo essere stati ricollegati a Frederic Muchenbach, il tuttofare responsabile per il furto dei dipinti. Frederic aveva fatto uso delle chiavi a lui affidate per rubare, tra il 2006 e il 2008, le inestimabili opere situate nelle abitazioni circostanti facenti parte dei complessi abitativi delle vittime. L’investigazione si era però fermata a causa dei tre anni passati dal presunto furto, che ne impedivano la prosecuzione, anche se una cartella contenente sezioni dei dipinti rubati era stata trovata dal tribunale e ritenuta danneggiata senza possibilità di riparazione.

Prima dell’interruzione delle indagini, Frederic confessò di aver rubato centinaia di disegni per coprire i suoi debiti di gioco e averli venduti ad un intermediario chiamato “Toni” (Antonio Celano), successivamente arrestato in Italia, che indicò Anne Pfeffer come compratore delle opere rubate. In tribunale però Celano negò di essere al corrente della provenienza dei disegni, e che mai avrebbe potuto immaginare appartenessero a Pablo Picasso.

Durante il processo Anne e Herbert si rifiutarono di rispondere a ogni domanda e dichiararono la loro innocenza. Il processo, inoltre, portò alla luce diverse problematiche interne alla galleria Belle et Belle: la vendita di disegni non firmati di Picasso, transazioni non registrate (il registro delle transazioni della galleria era stato trafugato e i due coniugi negarono alcuna implicazione), pagamento illecito di opere in contante, l’uso di una compagnia off-shore collegata ad un conto bancario in Svizzera. La galleria non fu sanzionata per frode fiscale, sulla base dell’ignoranza della coppia riguardo alla provenienza dei dipinti, e 56 opere furono recuperate dalle proprietà dei Pfeffer e della figlia, alcune di esse purtroppo tagliate e quindi danneggiate irreparabilmente.

Entrambi i Pfeffer continuarono a sostenere la loro innocenza durante il processo svoltosi tra il 5 e 7 ottobre 2022, ma nella sentenza del 18 febbraio Anne e Herbert furono giudicati colpevoli di aver acquistato e occultato arte rubata, alla luce di nuove informazioni emerse durante le investigazioni nella settimana precedente all’udienza. I galleristi sono stati condannati a uno e due anni di prigione rispettivamente e con il pagamento di un totale di 400.000 euro in indennizzi e multe. Sono stati inoltre banditi per cinque anni dalla compravendita di arte, ponendo fine così a un’indagine durata più di un decennio.

Niccolò Cossu, 4°G




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