La classe 1ª B ha inventato una serie di situazioni ambientate nel pianeta Trantor, una creazione di Isaak Asimov. Trantor è un pianeta in cui da tempo non è più possibile vivere in superficie, dove gli esseri umani sovrappopolati si nascondono dai raggi ustionanti del sole in strutture sotterranee o coperte da calotte metalliche; l’aria, l’acqua e il cibo scarseggiano, non esistono più né animali né vegetazione. È un mondo distopico ma tristemente possibile in un futuro non troppo lontano.
È il 17 settembre 3047, abbiamo finalmente creato un nuovo gusto per le pillole alimentari. Sono più di 300 anni che ci nutriamo solo di queste. Esco dal magazzino in cui lavoro e mi avvio verso la mia rambocar, fino a quando non vedo un grande fascio luminoso e poi di colpo il buio più totale.
Riprendo conoscenza, non mi ricordo niente delle ultime ore, mi sembra di aver dormito per anni, sono bendata e riesco a percepire solo i freddi corridoi che stiamo attraversando.
Il rumore metallico, intorno a me, mi fa sentire come se fossi all’interno di una scatola di latta: sono completamente immobilizzata e anche se ci provo non riesco ad urlare.
Percepisco intorno a me un grande mormorio di voci, di colpo mi viene tolta la benda e riesco a vedere le persone intorno a me, finalmente capisco: siamo ostaggi.
Sono anche io vittima di coloro che si fanno chiamare Hadsudaiani, i componenti di una setta che da ormai qualche tempo rapisce persone per poi cibarsene..
Dallo spioncino della porta cerco di vedere le “guardie” che mi hanno portata fino a qui, indossano dei grandi cappucci bianchi, una tuta argentata e hanno una cintura con attaccato quello che sembra essere un teaser.
Ci lasciano qui, in questa cella e subito cerchiamo un piano per andarcene; fortunatamente, uno di noi era un agente speciale e aveva osservato la setta per molto tempo, studiando a fondo il suo modus operandi. Ci spiega come tra poco verremo trasferiti verso il mattatoio per essere poi smembrati e impacchettati. Eccoli, riusciamo a sentire il rumore pesante dei passi e capiamo che la morte è vicina. Mentre ci trasferiscono verso la macelleria cerco di guardarmi intorno, sono la quarta della fila e riesco a vedere che le ossa e le parti di scarto vengono gettate in una specie di botola, così mi viene un’idea.
Piano piano cerco di liberarmi dalle corde, scopro che è più facile del previsto, e quando è il mio turno rubo il teaser alla guardia, la colpisco e mi fiondo giù per il cunicolo misterioso.
Alla fine raggiungo una sorta di terrazzo che si affaccia sul mare.
L’odore che sento però è più simile a quello del cloro che a quello della salsedine, il mare infatti è una piscina con le onde e il sole che mi scotta la pelle è un sole artificiale.
G. Bernardini 1B
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