Intervista a fra George Haddad, frate francescano a Betlemme
e direttore della Terra Sancta School di Betlemme della Custodia di Terra Santa
A Perugia già da fine novembre lo spirito natalizio si sta avvicinando: si sa, la fine dei baracconi segna l'inizio dell’attesa per questo periodo.
In questi giorni possiamo osservare luci natalizie sparse per tutta la città, particolarmente in centro; l’albero di Natale vicino alla fontana; le vetrine dei negozi che cambiano completamente forma... ma non è tutto qui.
È il periodo dell’anno in cui compaiono le bancarelle, e le amate piste di pattinaggio.
Insomma, il Natale è sempre il Natale: ma lo è dappertutto?
Non tutti festeggiano il Natale come noi.
Com’è il Natale in altre parti del mondo? O in altre culture?
È così che abbiamo deciso di fare un’intervista a un frate francescano di Betlemme, padre George Haddad, che ha risposto con disponibilità, ringraziando la Siringa di questa attenzione in un momento in cui è difficile far sentire la voce della pace e della speranza.
1.Padre George, ci racconti la sua storia.
“Sono nato in Palestina e sono frate da 10 anni. Appena finito il liceo sono andato all’Università dove ho studiato ingegneria meccanica. Ho lavorato per quattro/cinque anni. Poi ho frequentato un master all’Università cattolica del Sacro Cuore a Milano. Successivamente sono tornato in Palestina dove ho lavorato per un anno. Ma mi sono accorto di avere una chiamata particolare che mi ha portato ad entrare nell’ordine dei frati francescani.” Ha continuato: “I frati francescani da 800 anni si trovano in Terra Santa.”
Padre George ci ha anche parlato del suo servizio in Italia: ha lavorato a Montefalco e a La Verna, per poi passare 5 anni a Gerusalemme. È diventato sacerdote da sette mesi. Da luglio è stato inviato a Betlemme ed è stato nominato direttore della scuola della Custodia di Terra Santa e vice parroco della parrocchia latina, intitolata a Santa Caterina.
2.Quali sono le attività dei francescani?
Padre George ci ha raccontato che una delle principali attività dei frati a Betlemme è l’educazione. Nell’insegnamento, trasmettono ai ragazzi valori come la fraternità, la convivenza ed a essere un solo popolo, anche se si professa una religione diversa. Ci ha dato molte informazioni riguardanti la scuola: “La scuola di Terra Santa di Betlemme si considera la più antica di tutto il Medio Oriente perché è nata nel 1598 con l'arrivo dei primi frati. Dopo cinquecento anni la scuola conta 1200 studenti da tre a diciotto anni. Di questi il 60% sono cristiani ed il 40% sono musulmani.”
“Sia la scuola sia la parrocchia sono curate dai frati della Custodia di Terra Santa .La Custodia opera in Palestina, Israele, Giordania, Libano, Siria, Cipro. Poi abbiamo diverse comunità in tutto il mondo: in Italia, Argentina ed anche Stati Uniti. Stiamo servendo in tutti questi territori perché il ruolo di noi frati è quello di custodire tutti i luoghi sacri, i luoghi della nostra storia cristiana perché nella storia cristiana c'è la storia di tutti noi.”
3.Come festeggerete il Natale? Quali cerimonie sono previste?
“Quando si parla del Natale ovviamente si parla di Betlemme. A pochi metri dalla scuola c’è la grotta dove è nato il nostro Signore Gesù Cristo”.
Padre George ci rende anche partecipi della situazione particolarmente difficile che si vive a Betlemme e come anche il Natale sarà festeggiato diversamente dal solito.
La nascita di Gesù stesso è “diversa”, “non è come la nascita di un bambino normale poiché è nato in una grotta”. Quella grotta oggi è un segno. Ora abbiamo bambini, ragazzi e famiglie che hanno bisogno di tutto, del sostegno morale e concreto.
Prosegue poi parlando delle cerimonie in programma: “A causa della guerra e tutto quello che sta succedendo a Gaza (anche se lontana da noi), abbiamo deciso di festeggiare il Natale in modo più sobrio, senza manifestazione pubbliche, ma concentrandoci sull’aspetto spirituale. Naturalmente, le nostre celebrazioni liturgiche, la messa e la preghiera, rimangono.
In questo andiamo avanti perché la preghiera è la nostra forza, ma la situazione difficile di quest’anno persiste”.
4.A Betlemme, solitamente, com’è l’atmosfera natalizia?
“L’atmosfera natalizia, solitamente, è allegra, con grandi manifestazioni come il grande albero, le luci, la musica, i mercatini di Natale, ma è difficile quest’anno fare tutto questo, perché siamo un solo popolo e siamo in stato di guerra.
È quindi difficile gioire in questa maniera”
Da direttore della scuola, ci parla anche di come ha scelto di proporre il Natale ai suoi
“All’interno della scuola abbiamo messo, in ogni piano, un albero di Natale, ma quest’anno senza luci: è un segno, per dire che questo Natale è diverso.
Da un lato non possiamo far mancare ai bambini, soprattutto ai più piccoli, lo spirito del Natale, ma dall’altro cerchiamo di farlo in maniera diversa”.
5.Può lasciare un augurio natalizio a tutti gli studenti?
“Auguro un buono, sereno e santo Natale a tutti voi e alle vostre famiglie. Ringraziamo il Signore perché adesso fate parte della nostra vita come testimoni, come nostri ambasciatori che portano il nostro messaggio. Chiedo a tutti voi il sostegno con la preghiera perché la preghiera è la nostra forza. Noi stiamo passando un periodo molto difficile ma abbiamo bisogno delle vostre preghiere, del vostro sostegno, soprattutto per noi frati francescani per portare sempre avanti il nostro servizio.” Infine ha concluso dicendo: “Betlemme, città del Natale, purtroppo quest'anno è un po' triste e chiusa: non ci sono pellegrini ma, anche se mancate voi qui con la vostra presenza fisica, noi vi portiamo nella nostra preghiera. Ringraziamo il Signore per tutto quello che ci ha dato, per essere qua. Vivere qui a Betlemme è già una grazia. E aspettiamo tutti voi perché a Betlemme si festeggia Natale ogni giorno tutto l'anno. Buon Natale a voi ed alle vostre famiglie.”
Lucrezia Abate 3I
Aurora Picciotti 3I
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