Racconto ed analisi dell’incontro con il dottor. Citarda del 23/10/2024
La mafia è presente ovunque ed è un nemico pericoloso. Come combatterla? Come ognuno nel suo piccolo può aiutare a contrastarla e come si può fare un gesto concreto oggi?
“Libera” e la sua missione
“Libera” si occupa di combattere concretamente contro le mafie perché deve essere un compito non solo morale, ma anche civile ed etico. “Libera Terra” nasce con l’intento di rivalutare e riutillizzare tutti quei territori confiscati ai mafiosi per creare dei prodotti alimentari in modo sostenibile. Dimostrare quindi che anche quei territori e quei possedimenti possono comunque essere impiegati in modo utile anche dopo il loro utilizzo per la criminalità. L’obiettivo che, grazie a questo lavoro sui territori confiscati, vuole essere raggiunto è quello di giustizia sociale e cambiamento rispettando non solo il territorio ma anche chi lo lavora. I prodotti vengono messi sul mercato creando non solo uno sviluppo economico ma anche un’alternativa alla mafia. Questo perché spesso i territori confiscati sono comunque vicino ad un’altra zona con una mafia molto presente. Perciò quel lavoro diventa un’alternativa di lavoro rispetto al mettersi al servizio della mafia e fare soldi in modo illegale. Nonostante tanti buoni progetti anche questa operazione all’inizio ha avuto difficoltà nel decollare. Ha subito infatti sabotaggi e numerose intimidazioni. Tuttavia questo non è servito ad altro se non a riunire ancora più persone per supportare questa cooperativa.
Il primo raccolto
Il primo raccolto in particolare è stato molto complicato da fare anche a causa di un sabotaggio ai mezzi con i quali avrebbero dovuto raccogliere il grano. Una volta raccolto tuttavia non si sapeva cosa farne con questo raccolto. Venderlo così? Farne della pasta? Alla fine, grazie all’aiuto di Coop, si decise di farne della pasta che oggi si può trovare sugli scaffali del supermercato. Ad oggi inoltre “Libera Terra” possiede anche una cantina dove viene fatto con il nome di Placido Rizzotto, una vittima di mafia. Un progetto futuro riguardante questa cantina, ha svelato Citarda a seguito di una domanda fatta a quattrocchi, è installare dei pannelli solari in questa cantina per rendere la sua produzione quasi indipendente da fonti di energia non rinnovabile. Questo è un progetto bello ma come può interessare i giovani? Per esempio con del turismo responsabile sempre gestito dalla cooperativa o tramite delle attività estive molto immersive. La mattina ci si affianca nei campi a chi li lavora ed il pomeriggio si impara ciò che c’è da sapere sul territorio e sulla sua storia. E quale può essere la storia di questi territori se non collegata alla mafia? La parola stessa ha più di duecento anni di vita e probabilmente nasce nella zona della Sicilia occidentale.
La mafia di Corleone, la sua storia e le sue vittime
Il paese di Corleone è tristemente famoso per aver partorito molti “uomini d’onore”, così i mafiosi si chiamano fra loro. Quindi il paese è spesso visto come un posto dove chiunque nasce già mafioso, e invece è proprio lì che ci furono i primi a volersi opporre alla mafia. Questa organizzazione criminale in Sicilia è chiamata “Cosa nostra” e il mafioso è colui che accumula potere e lo esercita tramite il denaro. Quindi il mafioso è colui che ha potere di spesa. Nel 1992 ci fu il maxi-processo che fu la prima vera azione concreta che incriminò centinaia di mafiosi. E proprio questo segnò profondamente la vita del dottor Citarda. A noi ora parlare di mafia come una cosa illegale ci sembra banale, scontato. Tuttavia l’illegalità della mafia arriva in Italia solo nel 1982, grazie agli sforzi di Pio La Torre. Quest'ultimo però non vide mai la nascita della legge, poiché fu ucciso dalla mafia. Molti sono state le vittime innocenti di mafia, non solo persone che si sono opposte a questa forma di illegalità esponendosi in prima persona, ma anche cittadini comuni, che hanno avuto la sfortuna di entrare sul cammino della mafia. Tutte queste vittime sono ricordate ufficialmente il 21 marzo, giornata dedicata appunto alle vittime di mafia. Tra queste vittime è presente il tristemente famoso Giuseppe Di Matteo. Solo di una cosa ebbe la “colpa”: essere nato figlio di un capo di Cosa nostra. Fu rapito da degli agenti mafiosi, travestiti da poliziotti, che lo portarono via dopo una sua lezione di equitazione. Giuseppe credeva che quei poliziotti l’avrebbero portato dal padre, ma dopo quel pomeriggio, suo padre non lo vide mai più. Fu imprigionato per più di 779 giorni in molti luoghi diversi. Dopo questa lunga prigionia infine, fu sciolto nell’acido e di lui non rimase alcuna traccia. Oggi quando sento la parola mafia, anche con il pensiero che vola alle sue numerose vittime, mi vengono in mente le parole violenza, denaro e corruzione. Tuttavia quando si parla di mafia si parla in modo doveroso dei tanti che sono rimasti uccisi da questa forma di violenza e di potere. Si parla non solo delle vittime ma anche di coloro che coraggiosamente sono andati avanti nella loro lotta contro questa piaga. Una piaga che può essere sconfitta, anche se sembra inafferrabile ed indistruttibile.
Non solo in Sicilia
Ad oggi, pensando agli eventi di cui ho già parlato, si pensa spesso che la mafia sia presente solo in Sicilia. Tutto ciò è estremamente falso. La mafia è presente ovunque, poiché vive all’ombra dello stato e quindi passa inosservata. L’Umbria nemmeno è esclusa. Di recente anche ci sono stati confiscati edifici proprio a Perugia a causa di un’appartenenza mafiosa. Oggi è spaventoso pensare ad un nemico avente tale potere e tale estensione. Tuttavia questo deve essere unicamente un motivo per non farci distogliere lo sguardo ma per concentrarci sull’eliminare e sull’annientare questo mostro che in un mondo di grandi traguardi è assolutamente fuori posto.
Uno sguardo per il futuro
“Libera Terra” dà uno sguardo al futuro in modo molto concreto. Infatti questa cooperazione si pone continuamente dubbi non solo su cosa fare dei prodotti coltivati, ma anche su cosa coltivare. Infatti si chiede spesso cosa è più vantaggioso coltivare in questi tempi e su cosa sarà possibile coltivare in futuro, soprattutto a causa del fenomeno ormai conosciuto come cambiamento climatico. Un progetto futuro riguardante la sostenibilità è strettamente collegato alla cantina che ad oggi produce il vino “Placido Rizzotto”. Quest'ultima, ha svelato Citarda a seguito di una domanda fatta a quattrocchi, a breve avrà dei pannelli solari per rendere la sua produzione quasi indipendente da fonti di energia non rinnovabile.
Dopo questa mattinata densa e ricca di informazioni l’incontro si è concluso con un messaggio decisamente positivo: tutti possono fermare la mafia insieme. Il dottor Citarda ci ha lasciato un messaggio molto veritiero ed importante. Ci ha detto che insieme si può. Insieme possiamo quindi cambiare e plasmare un mondo migliore.

Giovanni Ruta 2°E
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