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INTERVISTA A LEONARDO ALFONSI

Dopo la serata in cui si è svolta la finale nazionale di FameLab, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Leonardo Alfonsi, uno dei capi progetto, nonché direttore di Psiquadro.


-Come è nato FameLab?


FameLab è nato nel 2005 all’interno del Festival della Scienza di Cheltenham, cittadina inglese nella quale si svolgono diversi festival durante l’anno, come quelli del jazz o dell’arte. Nel 2005 gli organizzatori del Festival della Scienza decisero di inserire anche FameLab nel Festival, un talent alla xFactor per scoprire volti nuovi della divulgazione scientifica tra i ricercatori. All’inizio la gara è stata solo locale, ma

rapidamente, già due anni dopo, è diventata una gara internazionale, poiché il British Council, l’ente culturale britannico, è diventato partner del Festival della Scienza e ha lavorato per far sì che in tutto il mondo ci fosse FameLab.


-C’è molto lavoro dietro la finale?


C’è molto lavoro dato che è solo la conclusione di un percorso che inizia a febbraio e che si può dividere in due fasi: una di selezioni locali e una di finale nazionale. Quindi quello che avete visto svolgersi sabato sera è il risultato di una serie di preparativi che durano alcuni mesi.


-Parlando della giuria, mi ha colpito il fatto che in questa ci fosse una studentessa di una scuola superiore. Perché questa scelta?


Allora, da qualche anno a questa parte noi invitiamo in giuria un qualche studente che abbia esperienza nel campo della comunicazione, perché raffigura il punto di vista di un pubblico non esperto. La sua presenza quindi diventa come un test per vedere se effettivamente quei temi sono stati espressi con chiarezza e hanno raggiunto un pubblico che non conosce l’argomento e che non ha una preparazione scientifica così avanzata come quella degli esperti che stanno in giuria. La ragazza che quest’anno ha fatto parte della giuria, Giada Ricci, aveva partecipato l’anno scorso al Ted Ed Club, che è un’esperienza, appunto, di allenamento a parlare in pubblico trattando un tema che chi parla sceglie liberamente.


-Mentre l’anno scorso la finale si è svolta a Catania, quest’anno la città ospite è stata Perugia. Perché avete optato per il capoluogo umbro, che forse è considerato meno importante rispetto ad altre località italiane?


Volevamo che la finale fosse uno degli eventi della Notte Europea dei Ricercatori e poiché la coordiniamo in 14 città, tra le quali Perugia, e dato che la nostra sede operativa è qua, abbiamo pensato di combinare tutti questi aspetti riportando la finale a Perugia.


-Ha detto che avete organizzato edizioni anche nel 2020 e nel 2021, quindi suppongo che il Covid non vi abbia causato grandi problemi.


Esatto, sia nel 2020 che nel 2021 abbiamo sempre realizzato la finale nazionale in presenza e siamo stati anche fortunati, dato che abbiamo individuato dei periodi in cui questo era possibile. Diversamente le selezioni locali si sono anche svolte online dato che avvengono di solito tra febbraio e aprile.


-Ora un’opinione personale: cosa ne pensa del percorso svolto dalla vincitrice?


Il percorso che la vincitrice ha fatto è comune a tutti e 16 i componenti. È un percorso che comprende il mettersi in gioco in una gara che non è esattamente una situazione usuale per i ricercatori, perché noi gli chiediamo di utilizzare un tempo di soli tre minuti, ma soprattutto di rinunciare all’uso delle immagini. Dunque entrano in gara la loro voglia di giocare, lo spirito di competizione e poi anche delle occasioni di

formazione. La ragazza che ha vinto, così come gli altri, ha svolto un’attività di formazione sulle tecniche di comunicazione della scienza in pubblico prima della selezione locale. Poi per le persone che hanno passato la selezione locale abbiamo organizzato due giorni e mezzo qui a Perugia, nel corso dei quali abbiamo organizzato incontri di approfondimento, invitando personalità come Wendy Saddler, una divulgatrice inglese, e anche Renato Preziuso, del gruppo “Voci e Progetti”, improvvisatori teatrali professionisti. Quindi Famelab è una combinazione di formazione e gioco.


-Invece, parlando della finale internazionale, quando e dove si svolgerà?


La finale internazionale si svolgerà il 25 novembre e purtroppo per il terzo anno consecutivo online, mentre fino al 2019 si è svolta a Cheltenham. Ciò è dovuto al fatto che gli organizzatori inglesi stanno immaginando come sarà FameLab i prossimi anni, ovvero come una gara che è arrivata ai diciassette anni di età si deve trasformare per continuare a coinvolgere i ricercatori in maniera efficace.


-Un’ultima domanda: cosa pensa dell’edizione di quest’anno rispetto alle altre?


A me è piaciuta molto, l’intero percorso è stato molto bello, anche la finale è stata eccellente, sia perché a teatro c’erano cinquecento persone, tra cui molti ragazzi, sia per come i concorrenti siano migliorati dalle selezioni locali alla finale.


La redazione La Siringa ringrazia Leonardo Alfonsi per il tempo che ci ha concesso.


Lorenzo Perelli 4H

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