Molti studenti cercano di entrare nell’ambita facoltà di medicina, anche se non conoscono molto il mestiere, tutte le sue ramificazioni e, specialmente, l’ambiente universitario e di lavoro. Per questo proponiamo 3 brevi interviste per comprendere meglio questa professione da più punti di vista, la prima da parte dello studente di Medicina Federico Conti ex alessino, la seconda da parte del medico psichiatra e professore a contratto presso la Facoltà di Medicina Massimiliano Piselli, e l’ultima da parte del direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, professore di biologia e genetica Vincenzo Talesa.
Questa è l’intervista al professore a contratto presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia a Perugia e psichiatra presso il Presidio Ospedaliero di Foligno, Massimiliano Piselli . Le altre due interviste sono pubblicate come questa individualmente sul sito della Redazione.
Come si trova con gli studenti?
Insegnare ai giovani è un grande onore, ma allo stesso tempo una grande responsabilità. Infatti, vuol dire lasciare un segno e questo lo si può fare attraverso la capacità di comunicare sia verbalmente, ma anche con l’empatia e con la capacità di fascinazione. Se non riesci a trasmettere l’entusiasmo ai giovani, difficilmente potrai lasciare un segno nei ragazzi. Nell’ambito dell’insegnamento o della formazione è necessario tenere sempre ben presenti i tre obiettivi pedagogici da raggiungere: acquisizione da parte dello studente di conoscenze teoriche (sapere), di abilità esecutive (saper fare) e di adeguate capacità di rapporto con gli altri (saper essere).
Quali sono le differenze tra psicologo e psichiatra?
Le differenze cominciano dal percorso universitario di studi. Lo psichiatra è un medico, quindi chi vuole diventarlo deve laurearsi in Medicina e Chirurgia, essere abilitato e iscritto all’albo professionale, per poi prendere la scuola di specializzazione in Psichiatria. Lo psicologo invece deve conseguire la laurea triennale per diventare dottore in tecniche psicologiche e proseguire con la Laurea Magistrale per diventare psicologo clinico, del lavoro, della comunicazione etc. In seguito sarà necessario superare l’esame di stato per essere abilitati alla professione e iscritti all’albo. Il medico psichiatra si occupa della prevenzione, della diagnosi, della cura e della riabilitazione delle malattie mentali, e può richiedere esami di laboratorio, radiologici e prescrivere farmaci. Anche lo psicologo, nel caso specifico, clinico, può occuparsi della prevenzione, della diagnosi, della riabilitazione e della cura che può avvenire con supporto psicologico, psicoeducazione e psicoterapia.
Perché ha deciso di diventare psichiatra?
Rispondere non è facile, perché i motivi diventano consapevoli con il passare del tempo. Chi decide di diventare psichiatra, ma in generale medico o psicologo ha il dovere di lavorare di continuo su se stesso per diventare consapevole delle motivazioni profonde che lo hanno spinto a volersi prendere cura degli altri e a conoscere sempre meglio le risonanze emotive e le dinamiche interpersonali, per usarli nella terapia con il paziente. Credo che insieme alle esperienze personali, anche il grande amore al liceo per la filosofia abbia giocato un ruolo fondamentale. Quindi, rispondendo alla domanda, ho visto nella psichiatria la possibilità di esplorare i rapporti tra la psiche e la ragione, di riflettere sull’unicità umana e allo stesso tempo fornire un piccolo aiuto utilizzando un agire medico-scientifico.
Giulia Piselli 4°H
Alessia Scognamiglio 5°M
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