Tutti conosciamo almeno qualche canzone natalizia, su questo non ci piove. E, che ci piaccia o meno, tutti sappiamo a memoria i ritornelli di questi pezzi: con il loro ritmo allegro e le immancabili campanelle in sottofondo, i testi e le melodie ci entrano in testa senza neanche che ce ne possiamo accorgere. Per esempio, chi ricorda il momento in cui abbiamo imparato il ritornello di “Last Christmas” degli Wham! ? Pochi hanno deciso di prendersi il gravoso impegno di cercare e memorizzare le parole esatte del testo, eppure tutti le conosciamo e le cantiamo come se fossimo i componenti del celeberrimo duo. Potremmo fare tantissimi altri esempi come “All I Want For Christmas” di Mariah Carrey o “Jingle Bells”. Ma cos’hanno di così peculiare queste canzoni da trovare aperta la piccola porticina che porta al nostro cervello e da avere l’onore risiedervi per l’eternità? E cosa succederebbe se unissimo tutte queste particolarità in un’unica canzone?
Joe Bennett è lo scienziato che ha deciso di dare una risposta a queste domande dedicandosi allo studio del fenomeno dei tormentoni natalizi.
Oltre ad essere musicologo, scrittore, cantautore, ricercatore specializzato nell’analisi delle canzoni più popolari e consulente di avvocati in materia di plagio, Bennett è insegnante al college di musica di Berklee, nel quale tiene lezioni riguardanti temi come lo sviluppo dei musicisti e il copyright. Le sue ricerche al di fuori del college si concentrano invece sulla creatività e la psicologia degli artisti.
“Non c’è una formula semplice ed immediata per creare una canzone che riscontri un successo assicurato e nel momento della scrittura gli artisti non possono fare molto di più che unire la loro esperienza, il talento e le proprie preferenze” dice Joe Bennett. Continua poi “Ma possiamo dedurre le caratteristiche fondamentali che gli ascoltatori cercano in una canzone natalizia semplicemente analizzando le più trasmesse sulle piattaforme apposite”.
Nel 2016 ha infatti deciso di sfruttare le sue conoscenze e ricerche per analizzare le 200 canzoni più ascoltate su Spotify proprio nel periodo di Natale, concentrandosi sulle 78 che più di tutte erano a tema natalizio. Le ha esaminate a fondo individuando i temi e le parole più ricorrenti e i suoni preferiti dai loro compositori, fino ad arrivare alla conclusione che il pubblico ama brani natalizi in cui regnano sovrani i temi dell’amore, della pace e della malinconia, in cui determinate parole si ripetono innumerevoli volte e che sono accompagnati da ritmate tracce ricche di suoni che rimandando al Natale (come, appunto, le campanelle).
Giunto a questo punto, al nostro musicologo non bastava che unire tutti gli aspetti fondamentali messi in evidenza dalla sua ricerca al fine di creare “la canzone di Natale scientificamente più felice di sempre”. Ed è così che nel 2017 nasce il brano “Love Is Not Just for Christmas”: il pezzo contiene la parola “Christmas” ben 21 volte, è suonata in un ritmato 4/4, contiene suoni di campane ed ha un’allegra melodia. Dunque, in un’unica canzone Joe Bennett è riuscito a racchiudere esattamente le stesse particolarità di un qualsiasi tormentone di Natale.
Maria Cucina 4F
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