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LA (S)OGGETTIVITA’ DEI LIBRI DI TESTO


La maggior parte delle nostre conoscenze si basa su quello che apprendiamo a scuola. In quello che ci viene insegnato dovrebbero esserci, dunque, quasi tutte le informazioni che ci permettono di analizzare e comprendere gli avvenimenti della vita quotidiana.


La nostra visione del mondo è fortemente influenzata da ciò che leggiamo sui libri di testo e da quello che ci viene proposto durante le lezioni. Di conseguenza i libri utilizzati dalle scuole devono essere il più possibile imparziali ed oggettivi nell’illustrare l’argomento di cui trattano.


Ma è sempre possibile essere completamente oggettivi? Se ci fermassimo un attimo a riflettere, ci accorgeremmo che le informazioni più soggette a interpretazioni sono quelle storiche, le quali, al contrario, dovrebbero essere quelle più imparziali..

Il collegio docenti sceglie i libri scolastici che ritiene più adeguati per l’anno scolastico a venire, ma chi scrive il libro ha il dovere etico di rimanere oggettivo e obiettivo nella sua stesura.

L’articolo 21 della Costituzione italiana decreta che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Questo significa che il team che lavora alla scrittura di un libro di testo è teoricamente libero di esprimere le proprie opinioni sull’argomento di volta in volta trattato, con l’obiettivo di presentarlo alle persone che utilizzeranno poi il suddetto libro per studiare. Tuttavia, le norme che regolano la libertà di manifestazione del pensiero stabiliscono anche che un qualsiasi scrittore che scrive con lo scopo di informare un lettore (e non di intrattenerlo, come per esempio accade nel caso di un romanzo) non deve nè alterare, nè omettere parti dei fatti diffusi, ma ha l’obbligo morale di raccontarli con accuratezza storica e chiarezza, così che non possano essere fraintesi.


Tutto ciò porta ad avere due diversi punti di vista su quale dovrebbe essere la forma adottata da un libro di testo: il primo ci suggerisce che tutti i testi sono soggetti al pensiero, più o meno evidente, di chi li scrive; il secondo invece ci spinge a pensare che un libro scolastico dovrebbe raccontare le cose così come stanno, soprattutto se esso è destinato all’istruzione di adolescenti che devono ancora costruire la loro concreta e personale visione del mondo, il loro spirito critico.

Come è possibile immaginare, sono stati molti i dibattiti su come l'oggettività storica e la soggettività dello scrittore possano convivere in un libro di testo e in quale dose ciascuno di questi elementi dovrebbe essere presente. Le dispute, anche se ormai placate, non si sono ancora del tutto estinte.


Come già detto, le conoscenze più soggette a interpretazioni e a distorsioni di pensiero sono quelle storiche; perciò ora analizzeremo un po’ più da vicino questo tipo di libri scolastici.

La prima domanda che è necessario porci è: come facciamo ad accorgerci se un libro di testo è soggetto a commenti interni di chi scrive? Si potrebbe tranquillamente dire che lo è sempre: è quasi impossibile scrivere di una guerra senza dare etichette classiche come quelle del buono e del cattivo a chi partecipa al conflitto; e ancora: è impossibile spiegare le cause di una riforma nell’antica Roma senza considerare alcuni elementi personali di chi ha stabilito tale riforma, come per esempio la sua ideologia, la sua istruzione e così via.

Inoltre, studiando un libro di storia scritto con obiettività ci ritroveremmo semplicemente a leggere una lunga serie di eventi accaduti in passato elencati come fosse una lista della spesa.


Ma quindi, questi libri di testo cosa vogliamo che ci dicano? Visto che ci sono due linee di pensiero a riguardo, non si può essere imparziali nemmeno in questo caso! Farò comunque un tentativo.

Un libro di testo è destinato a essere usato nelle scuole da ragazzi che possono contare solo sulla guida del libro e dell’insegnante. In quanto studente ritengo che un libro di storia debba essere assolutamente oggettivo per quanto riguarda il “nocciolo” dell’argomento, ovvero il fatto nudo e crudo; allo stesso tempo però si rende necessario conoscere tutto ciò che gravita intorno a esso, come i rapporti di causa-effetto che lo collegano ad altri avvenimenti e che talvolta richiedono necessariamente l’interpretazione di chi scrive. Mi spiego meglio: la storia (che considereremo definitivamente come materia scolastica tipo da analizzare) è una disciplina molto complessa e ricca di punti di vista; per questo, oltre al nucleo dei fatti storici, per natura oggettivo, il libro di testo deve fornire allo studente tutte le chiavi di interpretazione necessarie per completare e approfondire la spiegazione del docente e la comprensione dell’alunno.


In conclusione il libro scolastico ideale, per ovviare alla politicizzazione dei fatti storici, dovrebbe essere scritto da un team di esperti con formazioni culturali diverse tra loro.


Sofia Barbanera, 2F


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