Lego. Chi non ha mai giocato con i celebri mattoncini Lego, motivo di gioia e felicità di molti, non solo bambini. Ma da dove nasce questa parola, e chi ha inventato il giocattolo più famoso al mondo?
Tutto comincia durante la prima guerra mondiale, quando un uomo, Ole Kirk Kristiansen, si trasferisce con sua moglie a Billund in Danimarca ed acquista una falegnameria.
I due coniugi ed i loro quattro figli vivono tranquillamente nella cittadina, ambientandosi e partecipando attivamente agli eventi del paese. Un giorno, due dei figli di Ole, stavano sperimentando alcune loro creazioni nel laboratorio della falegnameria, connesso alla casa. Per colpa di un errore i due danno fuoco ad alcuni oggetti presenti nella stanza, scatenando un incendio che si estende persino agli alloggi della famiglia. Ancora una volta Kristiansen si ritrova senza casa, ma non senza soldi: infatti, con l'aiuto dell'architetto Jesper Jespersen ricostruì la sua abitazione, con un nuovo stile per un nuovo inizio.
In quegli anni l’Europa e anche Billund risentirono profondamente del crollo di Wall Street; senza più bisogno di un falegname in città, Kristiansen inizia allora a specializzarsi nella creazione di giocattoli di legno. Cambiando lavoro, decide anche di cambiare nome all'azienda, optando infine per "LEGO", derivante da "leg godt" che in danese significa letteralmente "giocare bene".
Uno dei primi iconici giocattoli mai creati dalla Lego fu una paperella con le ruote, che se tirata tramite un cordino legato alla punta, apriva e chiudeva il becco.
Nel 1942, anni dopo, un altro incendio colpì il casale della Lego, e fu un altro shock per la mente di Kristiansen.
Dopo aver rifiutato offerte di varie aziende per ottenere la fabbrica di Ole, la banca di Billund si offrì di pagare le spese all'imprenditore, che divenne così La compagnia Lego.
Con l'arrivo della plastica, per evitare altri incendi, la neoformata azienda cambiò produzione, iniziando a sperimentare nuove idee con la prima macchina da stampo per plastica arrivata in fabbrica. Già in Inghilterra erano stati inventati dei blocchi di plastica in grado di combinarsi tra loro, chiamati "Automatic binding bricks", ovvero "mattoncini ad incastro automatico". Ole, iniziò a sperimentare su questi mattoncini insieme al figlio Godtfred, creando il proprio design e modificandone l'aspetto, in quanto il loro prodotto era indirizzato ai bambini più piccoli, quindi i mattoncini dovevano essere grandi e difficili da ingerire, lasciando però immutata la creatività e la compatibilità infinita tra i blocchi. Purtroppo, questo prodotto non fu molto apprezzato, quindi chiesero i diritti alla Kiddicraft, casa produttrice originaria dei mattoncini, la quale rifiutò, augurando all’imprenditore buona fortuna, anche se successivamente, nel 1981, la Lego ebbe la meglio e ottenne i progetti.
I primi esperimenti con questo nuovo formato di giocattolo furono pensati per bambini intorno ai dieci/dodici anni di età. Con il grande successo di questo nuovo giocattolo, Godtfred ed il padre, acquistarono nuovi casali che sarebbero poi diventati industrie di stampo per i mattoncini.
Alla fine degli anni ‘50, a Billund c’erano ben cinque fabbriche di stampaggio, la fabbrica Systemvej, la Højmarksvej, la Kløvermarken, la Kornmarken e la Rugmarken. Il progetto del mattoncino mutò innumerevoli volte, con l’aggiunta di un tubo interno che garantiva maggiore stabilità e tenuta del mattoncino stesso, inoltre, i bordi vennero resi più spessi per evitare rotture.
Una nuova professione nacque in quegli anni: l’ispettore di mattoncini. Si occupava di ispezionare a mano ogni singolo pezzo uscito da una macchina da stampo, controllando ogni singola imperfezione, con dei canoni da seguire e misure da rispettare. Se un pezzo fosse stato due decimi di millimetro più piccolo, sarebbe stato “buttato” e successivamente ristampato.
Sempre negli anni ‘50 nacque il primo classico tema: Legoland. Era il moderno tema cittadino, con case, veicoli, stazioni di polizia, e minifigures. La prima minifigura era composta da quattro pezzi: gambe, busto, testa e cappello/parrucca. Successivamente vennero aggiunte braccia articolabili, con tanto di mani (anch’esse mobili) e gambe mobili con tanto di stud (“pallino” di collegamento tra pezzi) sulla parte posteriore per permettere di fare sedere il personaggio. Testa e busto erano stampati con disegni, ed in tempi recenti vengono stampate a due colori anche braccia e gambe, disegni stampati su gambe e braccia, anche lateralmente.
Negli anni ‘60 la Lego iniziò ad esportare il giocattolo fuori dalla Danimarca, principalmente in Norvegia e Svezia, successivamente in tutta Europa e anche oltre oceano, diventando una multinazionale con sede principale a Billund, ma anche a Londra, New York, Tokyo.
Tornando indietro agli anni ‘60, si riprese il primo progetto di mattoncino grande per bambini, ed infatti questa versione fu creata apposta per i più piccoli, che venne attualizzato con i nuovi canoni dell’azienda e venduto sotto il nome di Lego Duplo.
Ormai la Lego era un’azienda stabile.
Negli anni ‘70 lanciarono il tema spaziale, amato da tutti i bambini di quell’epoca, che ancora oggi i vende milioni di set in tutto il mondo, insieme al tema dei pirati e a quello medievale, novità degli anni ‘80.
Un’altra novità di quel periodo, fu il Lego Technic, ovvero veri e propri macchinari funzionanti come macchine con motori, gru, camion, ecc…
Un tema nuovo pensato per i bambini di cinque anni era quello di Fabuland. Fu il primo tema Lego contenente nei set libri di favole, e con una serie televisiva dedicata e trasmessa in TV.
Le minifigures furono diverse dalle solite, senza articolazioni della mano, ma con l’articolazione della testa, che oltre a girare da destra a sinistra, ora poteva guardare anche in alto e in basso. Sfortunatamente, alla fine di questo tema il design dei personaggi venne interrotto.
Tra tutti i temi creati, quello della città e Technic furono gli unici a sopravvivere. I successivi decenni furono caratterizzati dall’arrivo del Lego in Messico, Brasile e Corea del sud.
Nei primi anni del nuovo millennio, la Lego creò un nuovo tema: i vichinghi. Caratterizzato da fortezze nordiche, draghi e creature mitologiche, quel tema diede origine a dei pezzi fondamentali usati anche oggi, come le ali di drago, nuovi pezzi di Lego Technic con cui si potevano creare personaggi, che aumenteranno poi con l’arrivo dei Bionicle.
I Bionicle avevano anche loro una serie televisiva, dove diversi robot elementali combattevano contro il male per la pace del loro regno. Fu uno dei franchise più importanti degli anni 2000, che purtroppo terminò nel 2016 con l’ultima serie.
Il 2010 fu l’anno di Ninjago. Ebbe una serie televisiva che parlava di quattro ninja, con poteri elementali, che dovevano salvare il regno di Ninjago da Lord Garmadon, un misterioso essere che voleva conquistare quelle terre con il suo esercito scheletrico. È tuttora uno dei bestseller della Lego, con oltre 17 stagioni della serie e più di duecento set diversi, amati da ogni bambino.
Un altro tema che ormai è stato interrotto era quello di Nexo Knights. Molto simile a quello medievale, aveva anch’esso una serie, uscita per la prima volta nel 2015, parlava di un gruppo di cinque cavalieri in un medioevo ultra-tecnologico, che dovevano combattere un giullare malvagio posseduto da un libro malefico con un esercito di mostri lavici. La quinta ed ultima stagione, terminò la serie incompleta nel 2019, a causa delle poche vendite dell’ultima ondata di set.
Oggi la Lego sta ancora sfornando temi incredibili, con nuovi pezzi, nuove tecniche di costruzione sempre più creative, e resta così il giocattolo numero uno al mondo.
Emanuele Corallini 2D
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