OGNI GOCCIA CONTA
- pubblicazionesirin
- 2 days ago
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Certe volte a far aprire gli occhi alla società e alle istituzioni è un gruppo di cittadini, che hanno a cuore il territorio in cui sono nati e vissuti e non tollerano più di vederlo trascurato e in affanno.
È questo il caso dell’associazione “Il lago al centro”, che si è proposta di forzare il silenzio e l’inerzia sulla grave crisi idrica del lago Trasimeno. Nei giorni 7 e 8 novembre 2025, presso San Savino, sono state organizzate delle tavole rotonde tra biologi, ingegneri, rappresentanti di associazioni e personaggi istituzionali per discutere del problema e proporre modalità di intervento. Durante la prima sessione di incontri, il professor Dragoni ha spiegato che il Trasimeno è molto sensibile alla variazione delle piogge, in quanto sistema chiuso alimentato solo dai canali e fossi la cui acqua proviene, appunto, dalle precipitazioni.
Il caso del Trasimeno si inserisce nel più ampio fenomeno del riscaldamento globale, che aumenta l’evaporazione e l’umidità del pianeta; tuttavia la pioggia tende a cadere solo nelle zone umide. Ad esempio, con un aumento di due gradi della temperatura terrestre la pioggia su tutto il Mediterraneo diminuirebbe del 20%; secondo il SNPA, la temperatura dall’era pre industriale è aumentata di 1,1° C. Inoltre, ad ogni ciclo di siccità aumenta la salinità (l’acqua evapora ma i sali permangono), con conseguenze anche per flora e fauna. Secondo un modello matematico presentato dal professore, per migliorare in modo significativo il livello dell’acqua sarebbe stato necessario un apporto di 15 milioni di metri cubi all’anno dal 1990. Questa stima fa riflettere: ci si inizia a muovere quando si è già in una fase critica, a livello globale come locale. In generale molti hanno sottolineato che ci si sta avviando ad una crisi idrica globale; dunque, tra una ventina d’anni, potrebbe non essere possibile portare l’acqua al Trasimeno perché mancherà per i bisogni primari.
Intanto, per impedire al nostro lago di scomparire e per salvaguardare il paesaggio, nel corso dei giorni di confronto sono emerse diverse proposte.
Prima di tutto, i volontari de “Il lago al centro” hanno esposto il documento “Ogni Goccia conta”, una mappa del bacino idrico del Trasimeno su cui sono segnati tutti i canali adduttori del lago, con relativa foto aggiornata semestralmente. Di seguito il link per il documento: https://www.illagoalcentro.it/rete-di-scolo-del-trasimeno/ .
Viene quindi proposta una manutenzione e una pulizia costante di questi canali. Tuttavia, il biologo Cerioni spiega che la pulizia dei fossi potrebbe essere controproducente e aumentare, con il deflusso dell’acqua, l’apporto di fanghi al lago e quindi l’interramento. Il biologo consiglia di monitorare le acque in entrata ed applicare sistemi di ossigenazione per ridurre la mortalità dei pesci e migliorare la qualità dell’acqua. Consiglia inoltre di ridurre i fertilizzanti nelle coltivazioni, in particolare il glifosato. Un’altra proposta emersa più volte è quella di inserire il Trasimeno in un Consorzio di Bonifica, in particolare in quello della Val di Chiana. Il consorzio (in quanto ente pubblico di tipo economico formato da tutti i proprietari di immobili nel comprensorio) disporrebbe di un fondo versato dagli stessi consorziati, con un contributo di non più di 20 o 25 euro all’anno per un appartamento medio. Per garantire lavori di manutenzione costanti, le alternative sono due: far rientrare il Trasimeno nel consorzio della Val di Chiana o creare un unico consorzio di bonifica regionale.
Per cercare ispirazione per nuove modalità di intervento, nella sessione mattutina dell’8 novembre è stato invitato a parlare l’ingegnere Kysel, che ha lavorato al lago di Neusiedler, al confine tra Austria ed Ungheria. Questo lago presenta caratteristiche simili al Trasimeno: risente molto della scarsità di precipitazioni ed ha una profondità massima di due metri, con sedimenti fini che rendono le acque torbide. Il problema della crisi idrica è stato arginato con operazioni di dragaggio e accumulo dei fanghi entro barriere di tronchi di legno. In questo modo i 22000 metri cubi di sedimenti dragati sono stati depositati all’interno del bacino, e non sono stati considerati rifiuti speciali da smaltire. Possono portare alla formazione di isolotti o ad una modifica della morfologia della riva. Anche il piazzale Acton di Passignano fu costruito, negli anni Sessanta, utilizzando il fango dragato. Con l'università si sta studiando come e dove sia possibile intervenire senza intaccare la biodiversità.
Per quanto riguarda l’apporto di acqua, la Regione Umbria sta riprendendo in esame progetti passati, come il progetto Cattuto che prevedeva, con costi contenuti, di pompare l’acqua dal torrente Caina, che spesso esonda in caso di piogge abbondanti. Ad ogni modo, il progetto che si sta avviando è quello che prevede di attingere dalla diga di Montedoglio. Tuttavia, non potrà essere realizzato completamente prima di un anno, perché richiede un filtro per mitigare i rischi legati all’immissione di acqua estranea al lago. Le sole opere accessorie verrebbero a costare tra ottocentomila euro ed un milione, fondi già messi a disposizione dalla struttura commissariale. Per accorciare i tempi, un filtro più piccolo (con capacità di 200 L/s e circa 5 milioni di metri cubi di acqua all’anno) dovrebbe essere installato a Tuoro entro Natale. Quando il filtro più grande del Paganico, a Castiglione del Lago, sarà avviato (800 L/s e 10 milioni di metri cubi all’anno), si integrerà all’altro. Si tenga conto del fatto che non sempre potrà essere fornita acqua al Trasimeno, perché vi saranno destinate solo le risorse avanzate dalle irrigazioni che dipendono dal Montedoglio.
Insomma questo progetto, pur essendo una valida modalità di contenimento del problema, presenta molti limiti; la lezione che dovremmo trarne è che diventa difficile risolvere problemi complessi se ci si comincia a muovere così tardi, quando la situazione è nota da anni. Dovremmo avere a cuore il nostro futuro, e cercare di essere previdenti perché, come è stato evidenziato, andiamo incontro ad una grave scarsità di acqua. Infine, come ha evidenziato l’architetto Picciafuoco (vicepresidente del Parco del Conero), l’attenzione della comunità locale è fondamentale, perché spetta a lei coadiuvare e coinvolgere gli enti, le istituzioni, gli studiosi e le componenti della società interessate (gli agricoltori, ad esempio). La situazione del lago è ancora troppo spesso ignorata e non c’è una sensibilità diffusa né un interesse vivo al riguardo. Questo articolo si propone soprattutto di contribuire a innescarli.
Beatrice Trottolini 4L




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