Gentilmente offerti dagli onorevolissimi membri del 3°G Plazer ed Enueg sono due forme poetiche della lirica provenzale risalienti al XII secolo che in lingua d’oc significano rispettivamente “piacere” e “noia”. Il plazer è un’enumerazione di cose piacevoli; il suo contrario, l’enueg, un elenco di cose sgradevoli.
Plazer (Niccolò Cossu)
Il vento
L’aria di tempesta, l’acqua nelle scarpe
La spuma delle onde
E della cioccolata calda
E il silenzio
E i rumori in sottofondo
Il fango in faccia, il freddo I calli sulle dita Essere sospeso Essere steso La compagnia di chi so io I peli del mio gatto E le sue unghie sulla pelle E il fruscio delle foglie E le foglie bagnate, con il tappeto giallo
che intrecciano in autunno
Uno stagno limpido
Una roccia da scalare
I piedi liberi dagli scarponi
L’ombra
Una fiamma accesa
E la sua danza
E un libro condiviso
E un pasto preparato
per chi so io
Una vetta che ulula Una duna che si sposta La sabbia tra le dita Gli arbusti sulla scogliera La mia musica per tutti E tutti nella mia musica
Enueg (Anna Chianella)
Odio il caldo afoso estivo Odio la sabbia sulla pelle Odio il suono della sveglia mattina dopo mattina Odio il colore rosa Odio i finali sospesi
Odio il gesso sulla lavagna
che scricchiola, cigola, stride
Odio parlare di me
Odio chi mastica a bocca aperta
Odio chi parla al cinema quando
tutti sono silenziosi
Odio perdere tempo Odio la noia Odio la nebbia grigia, ferma, immobile Odio le domande insistenti Odio i falsi amici Odio chi le persone
usa e poi butta
Odio avere ansia Odio non essere all’altezza Odio deludere
gli altri e me stessa
Odio avere torto Odio ammettere di avere torto Odio anche solo
pensare di avere torto
Odio gli sbagli Odio gli sforzi inutili Odio pretendere troppo
da me stessa, sempre
Odio essere troppo impegnata Odio sentirmi inutile Odio non poter avere il controllo su ogni cosa
Plazer (Laura Ceccarelli)
Il rumore della pioggia I fiocchi di neve che si poggiano per terra L'atmosfera del natale Le fusa del mio gatto Guardare il sole che sorge e tramonta
Piangere ed emozionarmi per un film o una canzone
Sostenere ogni settimana la mia squadra del cuore Vedere felici le persone che amo
Restare d'estate fino a sera in spiaggia con gli amici con il rumore delle onde in sottofondo
Ridere fino a piangere La sensazione di libertà che mi dà la corsa Viaggiare e visitare posti nuovi
Plazer (Giovanni Covarini)
Le macchine là fuori,
sento accendersi i motori,
corrono a tutta velocità.
L’adrenalina aumenta,
la ricerca di libertà.
Grandi campioni ne son le fondamenta,
persone che imiti.
Ricerca di un mondo senza limiti,
con amici e nemici,
vivi i momenti più felici.
Voglio gareggiare,
voglio tutti superare,
non mi voglio più fermare.
Enueg (Alessandro Scopi Burchiella)
Si ho paura Paura di essere giudicato E paura di non essere amato E di non saper amare Paura di Salvi e dei suoi sogni Paura di parlarti anche se non mi ascolti Ed esser accecato dalla lussuria Paura di domandare E paura di sbagliare Senza il tempo di argomentare. Queste paure andrebbero affrontate Ma ho paura anche di questo
Plazer (Anastasia Temperini)
Gli alpaca,
le faccine sorridenti stilizzate :),
il rosso fuoco ed il viola,
la sincerità.
Giocare con le onde,
il mare che si confonde con il cielo,
la pioggia con il sole in estate,
gli arcobaleni che si intravedono all'orizzonte.
Sognare, ad occhi chiusi, ma anche aperti, immaginare, riflettere su ciò che sarà,
tenere oggetti inutili che mi ricordano qualcuno o ciò che ho vissuto.
Leggere libri che raccontano storie totalmente diverse dalla mia,
ascoltare canzoni che parlano di sentimenti mai provati.
Perdermi nelle coperte con i miei cani quando sono triste,
stare sola,
non sentirmi sola,
sentirmi libera di essere me stessa.
Liberarmi (dei pensieri, delle emozioni) scrivendo poesie che nessuno potrà leggere, distrarmi a pensare con musica in sottofondo per ore.
L'adrenalina di provare ciò che mi spaventa,
la voglia di provare centinaia di cose diverse, l'euforia di riuscire a superare i miei limiti.
Plazer (Francesco Conti)
Il calore dei giorni di estate
mi accarezza la pelle
proprio come il vento fresco di ottobre.
Un film drammatico o comico,
non importa, mi aiuta a volare felice
lontano dalle preoccupazioni.
Un personaggio nel quale mi immedesimo, una ripresa
che mi stupisce nella sua struttura.
Il fruscio dei dischi che girano sulla puntina, una voce che si libra nell'aria,
potente,
dando mille sfumature alle parole.
Stare in compagnia degli amici
dopo una lunga settimana,
ridere insieme di cose futili
oppure parlare di temi importanti,
anche se alla fine non cambia nulla.
Le domeniche passate in famiglia, godendosi assieme il poco tempo disponibile mangiando e ridendo di vecchie situazioni per poi sistemare la tavola tutti assieme.
Immergersi nella pace dell'atmosfera notturna o nel caos cittadino del pomeriggio. Nuotare in mezzo alle onde del mare o farsi accarezzare dalla brezza di montagna.
Plazer (Alessandro Cioffini)
Mi piace l’inizio dell’estate, la spensieratezza più totale, la voglia di scherzare,
la partenza per il mare,
il suo profumo, il soffiare del maestrale, il rumore delle onde, l’allegria che si diffonde. Mi piace stare in compagnia, le serate in armonia, parlare fino a tardi, l’incrociarsi degli sguardi. Mi piace vivere ogni momento, senza alcun tormento,
il fermarsi del tempo, sentirti te stesso.
Enueg (Leonardo Salvi)
Paura, paura di non essere abbastanza, paura di non fare abbastanza, paura della solitudine, paura dell’amore, paura della felicità che potrebbero non arrivare mai.
Paura della fine e paura di iniziare, paura di alzarsi e di parlare, paura di uscire e paura di non poter più farlo, paura degli amici
che potrebbero non essere tali, paura.
Enueg (Alessandra Brunetti)
Odio il modo in cui ti guardi, odio il modo in cui ti vesti, odio il modo in cui ti poni. Odio che sei paranoica, odio che ti preoccupi di come appari, di come parli. Odio che ti credi strana, non amabile. Odio che non ti piace come sei, odio il fatto che ti odi. Odio il modo in cui mi guardi, odi il modo in cui mi vesto, odio il modo in cui mi pongo, odio essere paranoica, odio preoccuparmi di come apparire,
di come parlare. Odio che mi credi strana, non amabile, odio che non ti piace come sono, odio il fatto che tu mi odi.
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