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RECENSIONE DELLA SERIE TV SU DAHMER


Nel settembre del 2022 è sbarcata sulla piattaforma Netflix la serie di 10 episodi “Dahmer-Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer”, che ha battuto tutti i record, persino quelli che aveva raggiunto da poco la famosa serie “Squid Game”. Ma vediamo di cosa si tratta.

Jeffrey Lionel Dahmer è uno dei serial killer più conosciuti nella storia, soprannominato “il cannibale di Milwaukee”. Se nel primo episodio i registi si concentrano sul modus operandi del killer utilizzando come esempio l’ultimo tentativo di omicidio che però non va a buon fine, negli episodi successivi riproducono la storia della sua vita, sin dalla sua infanzia, cercando correlazioni tra il suo passato e le perversioni, che emergono gradualmente e che lo portano ad atti mostruosi. Sappiamo infatti che Jeffrey Dahmer è stato arrestato nel 1991 in seguito a un tentato omicidio e violenza sessuale, per poi, a seguito delle indagini, essere accusato di vari crimini come necrofilia, cannibalismo, squartamento e, ovviamente, omicidio (tutto dal 1978 al giorno dell’arresto)di 17 giovani vittime, alcune di soli 14 anni.

Inaspettatamente, la serie ha portato molti spettatori a sensibilizzarsi verso il killer, provando addirittura una sorta di affetto e compassione verso il personaggio: del resto anche all’epoca del processo vi furono molti “fan” del cannibale, tanto da convincere le autorità a distruggere la sua abitazione per cancellarne la memoria.

Nella serie spicca la bravura degli attori, che porta lo spettatore ad entrare sempre di più nel racconto e a vivere gli eventi come se fosse all’interno della storia, l’inquilino della porta accanto. Ma il merito più grande va dato all’attore protagonista, che interpreta proprio Jeffrey Dahmer: Evan Peters. L’attore riesce ad entrare nel corpo e nella mente del killer, imitando dettagli del personaggio che rendono tutto estremamente realistico: Peters ha uno sguardo perso, vuoto, privo di emozioni, ha un passo lento e non muove le braccia quando cammina (per rendere ancora più realistica la sua camminata si dice che l’attore portava dei piccoli pesi sulle mani e sui piedi). Inoltre il viso di Peters somiglia molto a quello di Dahmer, soprattutto con l’aggiunta degli occhiali da vista, che ormai sono diventati un po’ un simbolo del serial killer.

Grande merito va dato anche a coloro che si sono occupati delle riprese, delle luci e degli effetti speciali: tutto si svolge in un’atmosfera cupa e misteriosa, le luci sono spesso soffuse e volutamente artificiali, le musiche di sottofondo sono sempre scelte scrupolosamente.

Infine, gli effetti nelle scene più crude: quando ci si ritrova di fronte a scene come quelle del primo episodio, dove si vedono sangue e pezzi di cadaveri immersi nell’acido, si rimane ammaliati e impressionati dalla bravura dei make-up artist e degli addetti agli effetti speciali, che sono riusciti a rendere tutto eccezionalmente realistico.


Genta Ceno 5D


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