Non era solita tornare a casa a piedi da scuola, ma quella volta il copertone della ruota anteriore della bicicletta aveva ben pensato di cedere. Piuttosto che attraversare l’intero paese fra lo smog e le auto, decide di passare per il lungo viale alberato che collega il municipio ad un gruppo di case e che, percorrendo una serie di sentieri noti a pochi, porta a casa sua: una strada decisamente più lunga ma che, per qualche motivo, sente di dover percorrere.
Il viale era molto lungo, ci era passata diverse volte in estate, ma quel giorno sembrava diverso, come se non riuscisse ad arrivare alla fine. Al tredicesimo albero sapeva di dover girare a sinistra, dietro un cespuglio, per poi ritrovarsi in mezzo ad un boschetto di querce. Il suo ultimo proprietario era stato uno straniero misterioso e solitario che nessuno del paese ricordava di aver mai visto in volto. Pur essendo una giornata di mezza estate, l’aria si faceva sempre più fredda, il sole veniva pian piano inghiottito dalle nubi cariche di pioggia apparse all’improvviso e i rami di quelle belle querce sembravano prendere vita, assumevano un aspetto minaccioso, come mani dai lunghi artigli.
Gira a destra, poi a sinistra e si ritrova di fronte ad una grande quercia bianca. A meno di 200 metri intravede la casa fra gli alberi. Ora l’aria è più gelida che mai e comincia a piovere. “Di bene in meglio!” dice scocciata e quasi le sembra di ricevere risposta, una frase chiara “Non sei sola”. Spaventata si volta e vede un’ombra dietro un cespuglio, i rumori si spostano alle sue spalle, è in cerca di qualcuno, qualcosa, ma non vede né sente nulla, se non una flebile voce che continua a dire “Sono qui”. I rumori si moltiplicano, ora le voci gridano “Guardami!” e lei, terrorizzata, cerca riparo; la possente quercia sembra offrirle un rifugio e lei si nasconde fra i suoi rami, ignara di essere corsa fra le braccia del pericolo. La quercia la abbraccia avidamente e insieme cadono nel buio.
Dopo diversi minuti di oscurità, riapre gli occhi, è in mezzo alla strada, è ancora sulla soglia della porta, non si è mai mossa.
M.C.
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