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UNA POLTRONA PER DUE: RECENSIONE DI UN'INTRAMONTABILE OPERA CINEMATOGRAFICA



Questa commedia, della durata di 117 minuti, è stata prodotta nel lontano 1983 dal regista John Landis. Recitano in questo film nomi famosi, quali Eddie Murphy nel ruolo di Billy Ray Valentine, Jamie Lee Curtis come Ophelia e Dan Aykroyd che interpreta Louis Winthorpe III.

Uscito originariamente l’8 giugno 1983 negli Stati Uniti, e diffuso in Europa solamente un anno più tardi, vinse il premio oscar per miglior colonna sonora, composta da Elmer Bernstein nel 1984.


Di cosa parla?


Il film narra delle vicende tra Louis Winthorpe III, un uomo che sta vivendo la vita che tutti vorremmo: un lavoro appagante con un alto salario, passare il tempo libero con i suoi amici per poi tornare a casa ed essere inondato dall’amore della sua bellissima moglie Penelope e dal suo fidato maggiordomo Coleman. Dall’altro l’altro invece c’è Billy Ray Valentine: un senzatetto insolente che naviga per le strade di New York mendicando, convincendo tutti i passanti del fatto che fosse un veterano ritornato dalla violentissima guerra in Vietnam.

Il giorno della vigilia di Natale si incrociano casualmente urtandosi per errore: Louis, pensando di star per essere aggredito, decide di chiedere un intervento della polizia, che subito arresta il vagabondo. Due colleghi dell’ ”aggredito”, alla vista di quella scena,si pongono una domanda: cosa succederebbe se Winthorpe perdesse il suo posto di lavoro, sua moglie e tutte le sue ricchezze? Anche lui si abbandonerebbe al crimine?

Per rispondersi, decidono, grazie ad una serie di contatti del governo, di scambiare le vite dei due: Billy Ray scopre allora di avere un innato talento per la finanza, mentre l’ormai disoccupato Louis naviga per le strade in cerca di aiuto, ma soprattutto di vendetta nei confronti della persona che ha preso il suo posto, pensando che sia tutto un piano architettato da lui e non dai colleghi.

Fallendo miseramente, abbandona il suo obiettivo e si lascia andare sconfitto, fino ad arrivare quasi al suicidio, per essere fermato proprio dal suo arcinemico, che aveva scoperto il piano dei fratelli. Qui allora i due protagonisti iniziano a cercare un modo per incastrare gli autori dello scambio, consegnando acconti falsi per mandare al lastrico gli “antagonisti”, rendendosi così da soli milionari, e vivendo entrambi la loro vita da sogno.


Soffermiamoci sui dettagli…


La trama è originale, addirittura rivoluzionaria, perché va a dimostrarci come la disperazione e la natura dell’uomo, riescano a portare un elegante Winthorpe a diventare esattamente identico al suo opposto Valentine, se non addirittura peggio.

L’unica critica che però si può trovare è che c’è un errore nella trama proprio alle radici, infatti i due amici, alla vista "dell' aggressione", decidono di fare una scommessa, che avrebbe potuto rovinare completamente la vita di un uomo e dell’azienda stessa, solo per un dollaro, seguendo unicamente il presentimento di uno dei due che, soltanto vedendo un casuale vagabondo, già da subito sa che sarebbe stato un perfetto rimpiazzo del perfetto Winthorpe.

La colonna sonora principale, molto importante nella storia della musica, composta dal gran maestro Mozart, si trova nella parte iniziale del film, messa come sottofondo ad un gran numero di scene che ci vanno a presentare la trama e i personaggi. Periodo forse leggermente esagerato di durata, che però ci aiuta benissimo a conoscere il film.

Procedendo, però, possiamo notare come la qualità audio, insieme a quella video, di quegli anni fosse di qualità pessima, per esempio la colonna sonora è messa ad un volume troppo alto rispetto a quello delle voci, che a malapena si sentono, e l’audio leggermente granuloso, oltre al fatto che i doppiatori non sono riusciti a mettere in sincronia perfetta le labbra con le parole. Cose che però sono parzialmente giustificabili a causa delle condizioni di registrazione di quel periodo, in cui la tecnologia cinematografica non era ancora ai livelli di oggi.

La sceneggiatura è eccellentemente giostrata, con le successive inquadrature, che riescono sempre a farci individuare il soggetto principale, oltre che a rilassare il nostro occhio grazie alla scelta di una palette di colori non troppo accesa, ma sempre tendente al bianco o marrone. L’unica pecca è che le transizioni da scena a scena potevano essere organizzate in modo migliore, anche se comunque non vanno a rovinare la visione.

Per quanto riguarda gli attori, si vede che sono dei veri professionisti, si immergono nelle situazioni e sanno come muoversi sul set, anche se in qualche primo piano si può notare come i loro occhi vadano a finire nella telecamera.


Gabriele Cirimbilli 4H


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